Stop ai ristori per la discarica e tariffe comode per chi non ricicla: ecco la “pietra miliare” di Cogesa

Per il Consiglio di amministrazione di Cogesa “rappresenta la pietra miliare del progetto di risanamento che l’azienda sta intraprendendo” con l’obiettivo di “far fronte per un arco temporale di almeno 12 mesi alle proprie obbligazioni”. Il bilancio di previsione (si fa per dire, visto che siamo alla seconda metà di ottobre) 2023 è stato approvato ieri dall’assemblea dei soci, con il consueto contagocce delle maggioranze. Un bilancio che virtualmente presenta un utile di 440mila euro, ma che è basato soprattutto, quasi esclusivamente in verità, sull’aumento delle tariffe: dal 23 al 41% a seconda dei casi. Non senza paradossi nel mezzo.

Uno di questi è che la discarica di Noce Mattei, utilizzata come cassaforte per evitare di pagare cifre eccessive a terzi (nonostante le 38mila tonnellate conferite quest’anno, ovvero 18mila in più di quanto indicato dai soci), non sarà più considerata come un detrattore ambientale: tradotto in euro dal bilancio sono spariti i ristori previsti per il Comune di Sulmona (220mila euro) e di Pacentro (35mila euro) che la ospitano. Taglio che fa pendant con l’esclusione dei comitati e non dalla causa in corso al tribunale di Sulmona per danno ambientale.

Ancora più paradossale, però, è il dettaglio delle tariffe che, soprattutto per chi, pur essendo socio, non ha il servizio in house con Cogesa, riduce ad una bazzecola la differenza tra virtuosi e non. Un esempio su tutti: il Comune di Pratola Peligna (il più riciclone in Abruzzo con 84,9% di raccolta differenziata) pagherà 155 euro per ogni tonnellata conferita con un aumento del 40,91%, quello dell’Aquila, ovvero l’Asm, che si attesta ad una differenziata del 39,44% pagherà appena 3 euro in più, ovvero 158 euro a tonnellata con un aumento del 31,67%. Tant’è che viene spontaneo chiedersi se ne valga davvero la pena – almeno per il portafoglio – impazzirsi con calendari e mastelli colorati. La differenza tra virtuosi e non è maggiore per chi – socio – ha anche il servizio affidato a Cogesa: 138 euro per quelli che riciclano oltre il 65% e 148 euro per chi sta sotto questa percentuale. La differenza non è di poco conto, anche in termini assoluti, perché l’Asm, da sola, conferisce la metà dei rifiuti lavorati a Noce Mattei e copre il 67% di quelli che finiscono in discarica (quella di Sulmona). A nulla è servito – perché bocciato – un emendamento proposto all’assemblea di ampliare la forbice tra virtuosi e non, togliendo 2 euro a tonnellata a chi sta sopra la soglia del 65% e mettendoli a debito a chi sta sotto.

Sempre che paghino, però. Perché ad esplicita domanda fatta ieri al direttore di Asm sull’intenzione di pagare il pregresso (ovvero da gennaio 2023) secondo le nuove tariffe, è seguito un sibillino “fino a dicembre”. Se dovesse essere inteso come “da oggi fino a dicembre”, dal bilancio in utile di previsione andrebbero tolti circa 500mila dei 665mila euro in più che la partecipata aquilana è chiamata a versare nelle casse di Cogesa che, per avere un stima, dalle nuove tariffe ha previsto di incassare in tutto 1 milione e 22mila euro in più dello scorso anno.

A pagare sono sempre i contribuenti, in fondo, perché di cure dimagranti la società non ne prevede, anzi: per il 2023 è stato messo in budget un aumento per il costo del personale di 230mila euro, comprendendo solo in minima parte (per 26mila euro) lo stipendio del direttore generale che dovrà essere assunto (anche questo votato ieri) e che nel 2024 peserà da solo per almeno 120mila euro sul bilancio.

In attesa degli investimenti (tutti spostati al 2024, compreso il Css) che vede all’attivo quest’anno solo la piattaforma di selezione plastica-metalli (attivata da Gerardini) che ha consentito un risparmio di 250mila euro, bisognerà prima fare i conti veri con il bilancio consuntivo 2022.

Perché se quello di previsione mette le mani in tasca ai contribuenti, quello consuntivo con il buco annunciato che oscilla tra 1,7 e 3 milioni di euro, ancora da approvare, le mani le mette direttamente nelle casse dei Comuni che, in via preventiva, dovranno da subito accantonare le perdite per decine di migliaia di euro (i soci più piccoli), alcuni come Sulmona e Pratola per centinaia di migliaia di euro. Soldi che dovranno essere tolti, evidentemente, a strade, attività culturali, manutenzione, eventi, e così via. Sempre che non arrivi un privato a fare la migliore offerta e comprarsi il tavolo, che tanto le tariffe sono già apparecchiate.

9 Commenti su "Stop ai ristori per la discarica e tariffe comode per chi non ricicla: ecco la “pietra miliare” di Cogesa"

  1. bene,la realta’ e’sotto la luce del sole,bilanci economici anche,un carrozzone di politici e loro indicati,incapaci,inconcludenti,inutili,da chiudere immediatamente,Legalita’ diffusa per uscire dalla palude,e basta,o no?

  2. Franz Kaltenbrunner | 21 Ottobre 2023 at 07:05 | Rispondi

    Un mondo psichiatrico di povertà. Tutti poveracci.

    • Per davvero .Un mondo di tradimento, non solo cogesa ma è la norma in tutta la amministrazione pubblica da alitalia a federconsorzi e mille altre aziende pubbliche alle regioni ai comuni alle province ai ministeri alla sanità ai i tribunali di giustizia al governo al quirinale. Acquistano a prezzo vile e vendono a prezzo vile per intascare loro le differenze come se fossero tutti dei mediatori o dei sensali di fiera nel mercato della spesa pubblica, invece che amministratori democratici con precisi obblighi morali verso le leggi della Repubblica.

  3. … “ perché l’Asm, ( i Rifiuti Aquilani) da sola, conferisce la metà dei rifiuti lavorati a Noce Mattei e copre il 67% di quelli che finiscono in discarica “… per chi non lo avesse ancora capito o fa finta di non capirlo la discarica è quella di Noce Mattei sita in Sulmona in via Vicenne… dal bivio per le Marane lungo la Morronese imboccare la strada a destra… praticamente L’ Aquila e tutto l’aquilano si son fatti la loro discarica a Sulmona e sempre a prezzi molto convenienti rispetto a quello che pagherebbero scaricando la loro poco differenziata in altri siti di smaltimento dei rifiuti… almeno 60 € in meno a Tonnellata conferita… e per questo vogliono fare del tutto per mantenerla in vita… discostandosi dalla linea dei principi sanciti dalle Norme comunitarie e nazionali, uno su tutti quello della prossimità:
    “ I rifiuti devono essere conferiti in siti idonei e non distanti dal luogo di produzione “.
    Ecco, L’Aquila e dintorni, ( o quelli provenienti dalla società MO.TE. – montagne teramane), sono luoghi “ di prossimità” al sito di Noce Mattei.

  4. Ennesimo trattamento di favore ai Comuni,in primis L’Aquila,che non sanno neanche “differenziare”…complimenti schiavi

  5. 18 dic 2020. È la data dell’affidamento all’ASM del servizio di raccolta rifiuti dei Comuni dell’Alta Valle dell’Aterno. Forse
    anche uno sprovveduto potrebbe oggi pensare che paesi appena usciti dal terremoto 2016 e 2017 forse avevano qualche altro pensiero piuttosto che quello di differenziare bene.
    Onore quindi all’ASM per il suo grande impegno nei paesi di cui sopra.

  6. Machisenefraga!
    È così comodo buttare via tutto insieme,senza stare a perdere tempo nel differenziare.
    Abbiamo avuto il terremoto quattordici anni fa.
    Purtroppo,aggiungo io.
    Però adesso direi che basta.
    Aggiungo io,virtuoso del 85%.

  7. Guarda che sbagli terremoto, quello che ti fa tanta invidia è del 2009, l’altro del quale parlo io è quello di Amatrice ed alta Valle dell’Aterno. Prima di attivare la lingua, ricordarsi sempre di mettere in moto il cervello.

  8. Ah mi scusi,invidia a parte.
    Se sono solo sei o sette anni ha ragione lei.

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