Se entro fine mese non arriveranno i soldi loro, i professionisti in capo all’Utr di Goriano, saranno costretti a sospendere il servizio perché con un arretrato di stipendi di ben 14 mesi la situazione comincia a rasentare davvero l’assurdo. Una vicenda dal sapore un po’ kafkiano insomma. Soprattutto se fino ad ora il servizio è stato mantenuto “a coscienza”, consapevoli i 6 dipendenti dell’ufficio sisma del fuori cratere, che se avessero incrociato le braccia a rimetterci sarebbero state la ricostruzione, le ditte ed i tecnici. Una situazione delicata che li ha spinti ad andare avanti con sacrificio, anticipando i soldi anche dei sopralluoghi effettuati tra Castel di Sangro e Valle Subequana, un territorio bello ampio.
I professionisti a partita iva hanno così fatto sapere ai loro rispettivi ordini che la situazione è ormai arrivata al limite e che “a giugno le tasse da pagare arriveranno comunque”. Uno stallo che impedisce, tra le altre cose, anche di impegnarsi in altri lavori per fare cassa. Le pratiche, tuttavia, sono ancora molte. Ci sono i progetti depositati e in fase d’istruttoria e i cantieri aperti con i vari stati di avanzamento che permettono di ricevere il finanziamento di volta in volta. Una sospensione, è chiaro, metterebbe in crisi tutto questo con conseguenze disastrose, ma ora ad essere in sofferenza sono i tecnici del fuori cratere. Da considerare è che il servizio è stato prorogato, per ora, solo fino a giugno, quindi non c’è nemmeno molto tempo da perdere.
Comprendere a chi sia attribuibile la colpa di tale ritardo è un miraggio, ma il sindaco di Goriano, Rodolfo Marganelli, esprime una nota di speranza in tutta questa storia. “Abbiamo ricevuto una nota dell’ufficio di Fossa- dichiara- in cui si dice che tra 7 massimo 8 giorni arriveranno i soldi per tutto il 2017, 120mila euro”.
Si spera, a questo punto, che non sia l’ennesimo annuncio, l’ennesima “canzone”.
Simona Pace
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