Sterili(ZZ)azioni

Lo abbiamo subìto, odiato e qualche volta infranto, ma ora che è passato, dobbiamo ammettere che, con le sue mille restrizioni, il periodo di lockdown ci ha concesso una tregua da ogni cosa. In quei giorni bastava rimanere in casa a disinfettare il disinfettabile per sentirsi al sicuro.

Lontani dal confronto con gli altri, nella nostra oasi domestica, eravamo distanti dallo stress e dai pensieri sul futuro incerto, che, da sempre, ci hanno rovinato tante giornate. Tutto messo in standby, persino i problemi di lavoro erano scomparsi, insieme al lavoro, con la chiusura delle attività non indispensabili.

I weekend pigri evitando di pensare a qualcosa di simpatico da fare, i sabati notte a telefono spento, senza doversi preoccupare per la sorte dei figli: tutti a casa a proteggersi dal male e a compilare domande per bonus, sussidi e agevolazioni. Ora siamo tornati nel mondo vero. Nei supermercati non c’è più l’obbligo di usare i guanti e nessuno controlla che la clientela si disinfetti effettivamente le mani. È tutto più comodo.

Abbiamo smesso di spruzzare alcool su ogni cosa quando rincasiamo, guardando con sospetto le monete avute come resto, lo scontrino, le sporte, le chiavi e le unghie. Siamo tornati alla vita pre-Covid, preoccupati per la delinquenza, per l’inquinamento, per il traffico, per il rincaro dei prezzi e per il lavoro che non c’è. La pausa è finita, il solito tran tran è tornato e ha portato con sé un disastro economico non indifferente, anche esso pandemico e con un vaccino che i politici faticheranno a trovare e iniettare a tutti. Doveva andare così: era necessario che le precauzioni e le cure per sconfiggere il Covid-19 avessero la priorità su tutto.

È stato semplice evitare il virus chiudendosi in casa, ma ora ci tocca affrontarlo a mani nude e disinfettate, cercando di mettere riparo ai danni che ha fatto alle nostre vite. Siamo vivi e stiamo bene: questo conta, ma certi giorni riusciamo a concluderli serenamente, soltanto sanificando l’ambiente, perché quando gli interrogativi si fanno troppo grandi e le risposte non riusciamo a trovarle da nessuna parte, torniamo nel lockdown dei nostri pensieri, chiusi in una bolla di antibatterico, che ci preserva da ogni male. È tutto troppo instabile. Troppi sono i dubbi che ci arrovellano la mente. E se…e se, mentre una bolletta ci distraeva, facendoci abbassare la guardia e portando la nostra attenzione su pensieri venali, il virus fosse entrato in casa, trasportato da una suola sporca, trainato da un oggetto caduto a terra e raccolto da una mano incauta? E se…

Lo abbiamo sempre fatto, anche nei vecchi tempi, quando i batteri non ci facevano paura più di tanto e le pubblicità dei detersivi non avevano come sottofondo musiche epiche: in una sorta di raptus compulsivo, decidiamo di pulire il mondo cominciando da casa nostra. Ci accaniamo contro vetri, specchi, piastrelle e ceramiche, dichiarando guerra al disordine, allo sporco, al calcare e al germe patogeno. Solo quando l’ordine sarà ristabilito, l’igiene riconquistata e la disinfezione effettuata, ci riterremo soddisfatti e protetti dal pericolo. Una soddisfazione effimera, che durerà il tempo di un sospiro, dopo di che il mondo, con i suoi virus e i suoi problemi irrisolvibili, sarà di nuovo dentro casa nostra a farci paura e a insozzare piani di appoggio, maniglie, interruttori e tasti.

Non vinceremo mai la lotta contro il disordine, le ingiustizie, l’imperfezione e il male. Il caos regna sovrano. Il rischio è costante. È tutto troppo instabile e perennemente in bilico là fuori, non come dentro casa, dove basta un germicida per ristabilire la nostra resilienza emotiva e darci l’illusione di avere tutto sotto controllo. #celastiamofacendo?

gRaffa

Raffaella Di Girolamo

Commenta per primo! "Sterili(ZZ)azioni"

Lascia un commento

Il tuo indirizzo mail non verrà mostrato.


*