Sport e disabilità, un binomio da sempre vincente che oggi raggiunge un altro traguardo. Perché se è vero che in gara tutto è possibile, con il tiro con l’arco la disabilità può diventare invisibile.
Questo uno dei motivi che ha spinto l’unità spinale della casa di cura San Raffale di Sulmona a sviluppare il progetto Sport Disabili, “un’offerta formativa riabilitativa che affianca lo sport alle terapie tradizionali e alla robotica” spiega il primario Giorgio Felzani “e che dal 2021 contempla anche il tiro con l’arco” con la supervisione di tecnici certificati FITArco (Federazione italiana tiro con l’arco) dell’associazione Arcieri Peligni.
La struttura sulmonese, che vanta una delle pochissime unità spinali d’Italia ad offrire questa possibilità, ha già raggiunto risultati molto positivi riuscendo a coinvolgere ed appassionare al tiro con l’arco un gran numero di pazienti, per dimostrare che la lesione non impedisce di raggiungere alcun traguardo, nemmeno la partecipazione ad eventi sportivi di interesse nazionale.
“Oltre al recupero delle capacità funzionali residue, la vera mission del percorso intrapreso dai ragazzi del progetto Sport Disabili è il reinserimento sociale e l’avvio nel mondo sportivo” continua Felzani, possibile praticando uno sport che oltre alle qualità fisiche permette di sviluppare capacità di autocontrollo e determinazione con “effetti benefici sia sul versante psicologico che sulla auto consapevolezza delle proprie capacità motorie”.
Uno sport dove non esistono distinzioni, dove gli atleti paralimpici e normodotati si allenano e gareggiano insieme partecipando alle stesse competizioni. Precursore della vera integrazione, il tiro con l’arco diventa l’occasione per tornare a vincere, prima di tutto con se stessi.
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