Alla fine si voleva fare solo qualche spinello in santa pace, “senza dover ricorrere all’acquisto per strada e agli spacciatori”. Una persona per bene, insomma, con il “vizio” della marijuana che l’erba aveva deciso di coltivarsela da solo.
La guardia di finanza gli trovò nel giugno del 2015 una ventina di piantine sul terrazzo di casa in via circonvallazione a Sulmona: tre mesi di vita e contenute in cassette di legno. Non proprio un laboratorio di droga, insomma, anche e soprattutto alla luce delle analisi fatte successivamente dall’Arta che avevano rilevato un Thc sulla merce di appena lo 0,7, un decimale in più, per capirsi, di quella che oggi viene commercializzata con il nome di cannabis light.
Per Remigio Tizzani, cinquantadue anni, difeso dall’avvocato Stefano Michelangelo, è arrivata così oggi l’assoluzione da parte del giudice Francesca Pinacchio per la lieve entità e la speciale tenuità del fatto. “Una sentenza importante – spiega l’avvocato Michelangelo – su una materia che è ancora molto controversa”.
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