La Valle Peligna non esiste più per la burocrazia regionale: un territorio che nella programmazione dei fondi comunitari è stato spezzettato in tre parti, con incongruenze e paradossi che, per chi sul territorio ci vive, sono incomprensibili.
La denuncia arriva dallo SPI-CGIL della Valle Peligna che sottolinea come l’area peligna sia stata spaccata e ridotta ad uno spezzatino burocratico senza alcun senso.
Nella strategia nazionale per al aree interne (SNAI) ad esempio è stata identificata l’Area Alto Sangro-Valle del Sagittario che comprende i Comuni di Alfedena, Anversa degli Abruzzi, Barrea, Bugnara, Civitella Alfedena, Cocullo, Introdacqua, Opi, Pescasseroli, Scanno, Scontrone, Villalago e Villetta Barrea, compresi cioè quei centri che storicamente gravitano su Sulmona (come Introdacqua, ma anche Bugnara e Anversa).
Non ha recuperato un minimo di coerenza neanche la delibera regionale che il 10 luglio scorso ha diviso la regione in otto aree funzionali che rientrano nella programmazione FESR e FSEplus 2021-2027. A Sulmona fanno infatti riferimento i Comuni di Corfinio, Popoli, Pratola Peliga, Prezza, Raiano, Roccacasale e Vittorito, ma non quelli di Pacentro, Cansano, Campo di Giove e Pettorano sul Gizio, storicamente, geograficamente e istituzionalmente, legati al capoluogo peligno.
“Siamo alla follia programmatoria e all’impressione che chi propone certe strategie e chi le approva non conoscano minimamente il nostro territorio, la sua omogeneità storica, economica e culturale, a meno che non ci sia una volontà ben precisa di frammentare ulteriormente questa area – scrive il sindacato -. Non si comprende, infatti, per quale ragione si escludono quattro Comuni della Valle Peligna e si inserisce quello di Popoli che ha un numero di abitanti superiore agli esclusi della Valle Peligna e che riceverà una quota di risorse economiche anche in base al numero dei suoi abitanti. A tale stortura va posto rimedio o con l’inserimento di Pacentro, Cansano, Campo di Giove e Pettorano nell’Area Interna Alto Sangro-Valle del Sagittario per la conformità orografica e montana con i Comuni della Valle del Sagittario, oppure con l’inserimento nell’area urbana funzionale di Sulmona, riportando Popoli nel suo territorio naturale”. Un invito rivolto evidentemente alla Regione, perché, lamenta il sindacato, il silenzio delle istituzioni locali in merito è assordante.
..Ulteriore dimostrazione del perché bisogna riorganizzare con urgenza le autonomie amministrative abruzzesi.
Sulmona capoluogo di un territorio distinto e separato da L’Aquila una scomoda e decentrata località distante anni luce dagli interessi del nostro territorio.
Non c’è più tempo da perdere.
La configurazione del territorio abruzzese nelle attuali aree provinciali è anacronistico, fuori da ogni logica di tempo e di spazio.
È arrivato il momento di farci i fatti nostri anche nell’interesse dell’intero Abruzzo.
..pardon, anacronistica.
Sulmona potrà essere capoluogo solo di se stessa, sempreché non riuscite a litigare anche su questo.
Perché vi da’tanto fastidio che Sulmona possa legittimamente aspirare ad avere la sua autonomia. Di cosa avete paura aquilini?
Siete consapevoli forse che le enormi potenzialità della nostra bella città possano prima o poi oscurare il vostro scomodo borgo?
Enormi potenzialità? Quali, quelle di litigare con tutti, anche tra di voi?
Ma perché non la smette di rimirarvi sempre l’ombelico?
Lei continui a difendere l’indifendibile, cioè il suo borgo e lasci a noi il diritto di aspirare ad un futuro migliore per la nostra bella città.
Le dà fastidio?