È stata bocciata ieri, dal consiglio comunale di Pratola Peligna, la proposta di delibera che vieta l’utilizzo di spazi pubblici ad associazioni o persone che non si riconoscono nei valori della Costituzione e che non ripudiano fascismo e nazismo. La maggioranza in consiglio ha ritenuto la proposta ridondante perché a tutelare il Comune e i cittadini da fascisti e nazisti ci pensano già la Costituzione e l’ordinamento giuridico con i vari divieti: di ricostituzione del Partito Fascista, di propaganda fascista e antidemocratica e con l’apologia di fascismo.
“Non tocca dunque all’amministrazione comunale – dice il capogruppo di Pratola Bellissima Anthony Leone -, di qualunque colore politico essa sia, fare l’esame di democraticità ai partiti, richiedendo ad essi specifiche dichiarazioni di antifascismo per concedere spazi e superfici pubbliche. Esiste la via maestra della Costituzione e dell’ordinamento giuridico”.
Certo è che Costituzione o no, viviamo in tempi di venti sovranisti, nazionalisti e xenofobi dove valori come l’antifascismo traballano e non poco. Lo dimostrano alcuni fatti di cronaca molto gravi accaduti negli ultimi mesi a partire da quello di pochi giorni fa di Soumalia Sacko, migrante e sindacalista, ucciso con un colpo di fucile nel vibonese. Andando appena dietro nel tempo ritornano alla memoria i tragici fatti di Macerata, quando a Luca Traini si mise a sparare nella città marchigiana ad ogni nero che incontrava per strada ferendo sei persone – e non è che gli chiedesse la carta d’identità, avrebbero potuto essere anche neri italiani. Oppure l’omicidio a Firenze di Idy Diene, venditore ambulante senegalese, che ha avuto l’unica colpa di aver incontrato sulla sua strada Roberto Pirrone, sessantenne che voleva suicidarsi, ma poi ripensandoci aveva riversato il suo odio su una vittima innocente.
Ci sono poi l’aumento delle aggressioni di matrice fascista e razzista, il continuo sdoganamento del fascismo nel dibattito pubblico, le dichiarazioni di politici e autorità sempre più estreme e i raduni fascisti fatti a suon di saluti romani, come la commemorazione dei caduti di Acca Larentia a Roma ogni 7 gennaio o quelli dei caduti della Decima Mas il 22 aprile al Campo X del cimitero Maggiore di Milano.
In questo clima non certo tranquillo e disteso, l’opposizione del consiglio comunale di Pratola Peligna ha invitato a raccogliere la proposta del collettivo AltreMenti Valle Peligna sul divieto di concessione di luoghi pubblici alle organizzazioni fasciste, già approvata in diversi Comuni italiani a partire da Brescia, dove il ricorso al Tar fatto da Casa Pound sulla delibera è stato rigettato.
“Noi – dice il consigliere di opposizione Salvatore Pizzoferrato – abbiamo voluto dare voce alla condivisibile proposta di una realtà locale come AltreMenti che ci chiedeva di fare come in molti altri Comuni italiani. Quello che mi lascia più stupito però è la totale assenza della sindaca dalla discussione. Già il 25 aprile l’amministrazione aveva commemorato la liberazione dal fascismo davanti al monumento dei caduti della Prima guerra mondiale, che vengono ricordati però in un’altra ricorrenza, senza lasciare nemmeno un mazzo di fiori in piazza Brigata Maiella. Dopo ieri sera, molti nostri concittadini che hanno fatto la resistenza, si stanno nuovamente rivoltando nella tomba”.
Sull’accaduto interviene anche l’ex Sindaco Antonio De Crescentiis ora consigliere di opposizione: “Sono sinceramente dispiaciuto, perché questo avviene in una città come la nostra che tanto ha dato alla resistenza e alla Brigata Maiella. Non è un bel segnale quello dato alla comunità, soprattutto perché la proposta veniva da un gruppo di ragazzi e ragazze del territorio, portatori di quella istanza. Senza troppi clamori, dico che ieri in consiglio comunale si sono cristallizzate le differenze politiche rappresentate, dove è emerso chiaramente l’orientamento politico a destra della maggioranza”.
Savino Monterisi
Polemica sterile e priva di fondamento. Vogliamo per caso ricordare quanto accaduto alle Cave del Predil nell’alto Friuli?
Dispiace doverlo dire, ma la nostra valle non è ancora pronta per avviare una profonda riflessione su certi temi. Trattare questi argomenti presupporrebbe avere una comunità viva e profondamente critica (nel senso nobile del termine), ma qui da noi è già difficile riuscire a porre le basi per creare una vera comunità. Perciò chi si avventura su determinate vie probabilmente lo fa per finalità che esulano dai reali bisogni della società in cui vive.
Il germe, testata davvero importante devo dire a livello nazionale.
Cara casa giornalistica devi imparare a stare nel tuo e non essere di parte.
Il comune ha ritenuto la cosa inopportuna a livello comunale.
È una cosa più grande di lui.
Quindi “Il comune boccia la proposta” non è che se ne lava le mani detto com se avesse commesso un errore.
Se sei sinistrorso, è un tuo problema.
Gentile Giovanni, l’essere antifascista non è una cosa di sinistra (messo che questo possa avere una accezione negativa), è una cosa da italiani. Lo dice la Costituzione. In quanto ai diktat editoriali le consigliamo di fondarsi un suo giornale, in modo da poter diffondere al meglio le sue visioni del mondo. Per l’occasione le consiglio un buon correttore di bozze, perchè il Comune non è un “lui”.
Parliamo delle Cave del Predil? O di Porzus? La storia va vista a 360 gradi