“Spaccio” di telefoni in carcere: l’agente penitenziario De Santis patteggia 2 anni

Patteggia due anni di reclusione (con pena sospesa) Massimo De Santi, l’agente di polizia penitenziaria sorpreso in possesso di tre microcellulari all’interno del carcere di Sulmona, dove presta servizio. L’uomo, 54 anni, questa mattina si è presentato davanti al Gup del Tribunale di Sulmona.

De Santis venne scovato in possesso dei tre device durante una perquisizione, disposta dalla Procura della Repubblica di Sulmona all’interno dell’istituto di reclusione, a seguito dell’alto numero di telefoni cellulari (20, ndr) trovati dietro le sbarre a ridosso del mese di ottobre del 2022.

De Santis era da poco rientrato in servizio dopo un periodo di malattia, quando ad aprile 2023 venne scoperto in possesso dei tre telefonini all’interno dell’istituto penitenziario. L’agente, in sua discolpa, aveva spiegato di aver dimenticato all’interno della tasca del cappotto quei tre cellulari, acquistati a Napoli e da rivendere ad amici e colleghi. Una défaillance (sempre che di défaillance si sia trattato) che è costata l’arresto e la sospensione dal lavoro con tanto di procedimento disciplinare. La ricostruzione fornita dall’agente durante l’interrogatorio di garanzia non aveva convinto il Gip, che per il 54enne di Campobasso ma da quindici anni a Sulmona. Secondo il giudice, il basco blu avrebbe avuto presumibilmente un “rapporto di fiducia con i detenuti”. Il rischio, oltre alla reiterazione del reato, era quello dell’inquinamento delle prove. Per questo erano scattati gli arresti domiciliari, durati fino all’ottobre dello scorso anno, due mesi dopo la richiesta di patteggiamento avanzata da De Santis.

1 Commento su "“Spaccio” di telefoni in carcere: l’agente penitenziario De Santis patteggia 2 anni"

  1. La foto del carcerato in arancione…… Alcatraz

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