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Sarà la Procura della Repubblica di Sulmona a indagare sull’inchiesta che vede accusato di autoriciclaggio il presidente della Figc, Gabriele Gravina. A deciderlo è la procura generale di Cassazione, che ha disposto l’invio alla procura peligna per competenza territoriale, su istanza presentata dai legali difensori di Gravina.
Le indagini sono state chiuse lo scorso 2 dicembre, ma la vicenda risale al 20, quando l’ex patron del Castel di Sangro era ai vertici della Lega Pro. In quel periodo, secondo il procuratore aggiunto, Giuseppe Cascini, Gravina avrebbe ottenuto una ricompensa per aver affidato alla Isg il compito di migliorare gli standard qualitativi della piattaforma di distribuzione delle gare della Lega Pro, oltre al progettare sistemi contro la pirateria. Secondo i pm ciò comporterebbe un guadagno illecito, che Gravina avrebbe mascherato grazie a una compravendita di libri e un giro di conti correnti. L’istanza di competenza territoriale, accolta, ha evitato la richiesta di rinvio a giudizio da parte dei pm romani.
I legali di Gravina, al fine di spostare il procedimento, hanno fatto leva sul luogo in cui sarebbero stati effettuati i bonifici: Castel di Sangro, su cui ricade la competenza territoriale dell’ufficio giudiziario di Sulmona.
“Siamo naturalmente soddisfatti per l’accoglimento, da parte della Procura Generale presso la Corte di Cassazione, dell’istanza che avevamo avanzato per la corretta attribuzione della competenza territoriale”, affermano i legali di Gravina, Leo Mercurio e Fabio Viglione.
“Siamo altresì convinti che, anche dinanzi alla Procura competente a procedere, avremo modo di dimostrare sin da questa fase preliminare l’assoluta infondatezza di qualsiasi ipotesi di
reato a carico del Presidente Gabriele Gravina. La totale correttezza del suo operato, dimostrata anche da puntuale documentazione che solo in parte abbiamo avuto modo di depositare, ci consente di confidare in una completa archiviazione del procedimento”.
Le Puglie sono le Puglie, e la povertà è una cosa terribile.