Sos cercasi nuove strutture per i matrimoni civili, l’amministrazione Di Nino pubblica un avviso

Ampliare la propria rosa di luoghi in cui svolgere matrimoni civili. Con questo obiettivo l’amministrazione Di Nino ha emanato, lo scorso 13 luglio, un avviso per procedere al loro reperimento. Saranno i privati, attraverso una manifestazione di interesse (da inviare entro le 13 del 1 agosto), a mettere a disposizione, in comodato d’uso gratuito, locali idonei alla celebrazione dei matrimoni. Un atto che, oltre a fornire la possibilità di variare la scelta del luogo in cui promettere “eterno amore” (al momento è possibile sposarsi con rito civile solo nell’aula consiliare e a Palazzo Colella) porta con sé anche l’ambizione di una maggiore promozione delle attività culturali e dello sviluppo turistico valorizzando il patrimonio storico, architettonico, artistico e paesaggistico-ambientale.

Tutti coloro, dunque, che ritengono di avere la disponibilità di edifici agibili e che rispettano la normativa, di almeno 25 metri quadrati, come ad esempio le strutture ricettive, con tanto di giardini, parchi, aree verdi aperti al pubblico e che insistono in zone di

alto pregio possono rispondere. Ovviamente per tale messa a disposizione non potrà essere chiesto nessun corrispettivo economico al comune pratolano né, tantomeno, ai novelli sposi. La rosa potrebbe così restringersi a quelle attività economiche come i ristoranti appunto o le ville presenti su suolo comunale che solitamente si avvalgono di servizio catering, quelle a cui alcune coppie si sono rivolte in passato per festeggiare il loro giorno senza poter a malincuore celebrare il rito vero e proprio.

Rito per il cui svolgimento il locale dovrà essere messo a disposizione per almeno due ore, il tempo necessario insomma. I richiedenti dovranno allegare alla domanda la cartografia  della zona in cui sono situati e la planimetria dei locali che intendono mettere a disposizione, locali che dovranno ovviamente essere adeguati alle necessità del rito con almeno le sedute necessarie agli sposi, ai loro testimoni, all’ufficiale di stato civile ed un tavolo, per essere essenziali. Vien da sé che più saranno i servizi più la struttura diventerà papabile.

L’amministrazione Di Nino cavalca così l’ormai diffusa abitudine di organizzare i matrimoni in un unico luogo sollevando, fortunatamente, parenti e amici dagli ormai datati viaggi della speranza, non troppi graditi agli invitati. Un modo, sicuramente, anche per incentivare le attività presenti sul territorio comunale.

Nella vicina Sulmona, patria dei confetti e dell’amore celebrato da Ovidio, invece, la scelta dei luoghi in cui pronunciare il fatidico “si” si è ristretta. Dalle iniziali cinque strutture, individuate dalla Giunta Ranalli, la terrazza e l’aula di Palazzo Mazzara non sono al momento agibili, il Parco fluviale Daolio non viene concesso agli sposini riducendo la scelta alla Rotonda di San Francesco e all’aula consiliare del comune. Una retromarcia per quella che doveva diventare la città dell’amore.

A lavorare sull’Abruzzo nel settore del wedding è anche la Regione. Il dirigente dell’ufficio turistico, Giancarlo Zappacosta, durante il festival di comunicazione ControSenso che si è svolto a Tagliacozzo qualche giorno fa, ha anticipato che gli uffici regionali, dopo l’Open Day e Abruzzo destinazione per Capodanno, stanno lavorando allo sviluppo turistico ed economico proprio in questa direzione.

 

 

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