Ma si dai, un sonnellino in pieno centro storico, sotto le stelle, in una temperature autunnale ancora mite, chi non se lo farebbe, soprattutto quando i posti letto sono già ben piazzati. Potrebbe sembrare riduttivo parlare di inciviltà, perchè qui qualcuno pare proprio aver avuto l’intenzione di farne un dono alla comunità.
Fatto sta che ieri in piazza Tommasi a Sulmona, svoltato l’angolo da piazza XX settembre in pratica, qualcuno la sorpresina l’ha lasciata: due materassi e una rete, certo non quelle con le doghe in legno che forse l’autore dell’insano gesto ha preferito trattenere a casa propria, ma che fa se poi non si tratta di reti all’ultimo grido, quel che conta è che ci sia il posto letto, meglio se due. Così alla luce di quelle teche che custodiscono tesori e informazioni della storica Sulmona ci si imbatte anche in questo, in quello slargo riqualificato, ma mai valorizzato.
Che poi il problema è anche questo: i soldi, a volte, si cacciano pure, è che poi manca tutto lo “scenario”; non mancano le idee, spesso stroncate da quel “cad’a fa tu” di cirilliana memoria e che racchiude in poche battute il senso. Ma questa è un’altra storia.
Tornando all’inciviltà, che è la protagonista di questa, le cose a Sulmona non vanno affatto bene. Il degrado si tocca con mano e si vede con gli occhi un po’ qua e un po’ là in giro per la Città. La zona della stazione, giusto per gettare altra benzina sul fuoco, è un altro esempio. Panni vecchi, secchi di vernice vuoti, sacchi dell’immondizia di tutti i colori e salse e poi una televisione che, se trasferita in piazza Tommasi, potrebbe contribuire all’arredo completo di una camera da letto ben fornita. In poche parole: discariche. E precisamente: abusive.
Poi le erbacce, utili e piene di benefici nel loro ambiente naturali certo, ma non proprio in contesti come possono essere i monumenti della città, soprattutto quando quei monumenti sono, citandone uno a caso, l’Annunziata. Ieri mattina a sradicare il verde di troppo sono stati dei semplici cittadini che in qualche minuto, hanno fatto sapere, hanno ripulito una bella fetta appellandosi ad altri concittadini e stimando i tempi per una polizia totale. Azione degna di nota, ovviamente, che forse, però, solleva dalla responsabilità chi, nei fatti, dovrebbe occuparsi ordinariamente della pulizia del verde pubblico. Va bene se ogni tanto ci si mette il volontariato a dare una mano, ma che ciò non diventi la norma in un Italia dove, se ci si pensa, l’associazionismo rappresenta una parte fondamentale per assicurare numerosi servizi non così di secondo piano.
Viene da chiedersi: che fine stiamo facendo?
Simona Pace
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