C’è più tempo per agire, per produrre carte e acquisire elementi utili alla causa. Questo almeno è quanto ha assicurato oggi pomeriggio l’avvocato Alfonso Celotto, il legale scelto dal Comune di Sulmona per patrocinare il ricorso al Tar Lazio contro la Snam.
Sono sessanta e non trenta, infatti, i giorni a disposizione per presentare l’atto di opposizione al deliberato della Presidenza del consiglio dei ministri che il 22 dicembre scorso ha dato il via libera alla centrale di compressione a Case Pente. Atto notificato il 10 gennaio scorso e contro il quale, dunque, bisognerà ricorrere ai giudici amministrativi entro il 10 marzo.
“Sarà un ricorso che si muoverà a 360 gradi – ha spiegato la sindaca Annamaria Casini che ha incontrato l’avvocato dopo essere stata ricevuta dal sottosegretario Maria Elena Boschi – ma che muoverà principalmente sull’aspetto procedurale: secondo il nostro legale, infatti, ci sono tutti gli elementi dell’immediata lesività. Tuttavia dobbiamo acquisire più elementi possibili per supportare la causa anche nel merito, per questo abbiamo già uno studio fatto dai medici sull’inversione termica e aspettiamo il contributo del professor Piero Di Carlo. Siamo inoltre in contatto con le associazioni ambientaliste come Legambiente e Wwf”.
La Casini conta molto sulla battaglia legale e lo ha detto oggi anche al sottosegretario Boschi “la quale ci ha ascoltato con attenzione – ha detto la sindaca – spiegandoci che ora la pratica della centrale è passata al Mise. Noi abbiamo evidenziato le nostre posizioni e abbiamo spiegato che c’è un territorio che è intenzionato ad opporsi fermamente a questo progetto così come è stato disegnato. Pronti ad opporci al deliberato del 22 dicembre, ma anche a qualsiasi atto autorizzativo che dovesse arrivare dopo”.
“Abbiamo evidenziato al sottosegretario che non si tratta di una volontà di intraprendere un’irriducibile azione di contrapposizione, ma di una tutela legale che possa coincidere con una strategia per sollecitare il recupero di un dialogo costruttivo per lo studio di una soluzione alternativa – aggiunge il presidente della Provincia Angelo Caruso che ha partecipato all’incontro – che dovrà, necessariamente, assicurare la sicurezza dei cittadini e la salvaguardia dell’ambiente. Di certo non possiamo ritenere che la disponibilità all’ascolto del sottosegretario possa costituire un presupposto per affermare la perseguibilità di un simile percorso ma, la volontà di approdare ad una soluzione condivisa espressa dalla Boschi, lascia ben sperare”.
La prossima settimana si incontreranno intanto i tre legali di Regione (Cirulli Irelli), Provincia (Clarizia) e Comune (Celotto), per studiare una strategia di azione, mentre un altro ricorso, il quarto, è stato annunciato anche dai comitati per l’Ambiente.
“Anche il governatore D’Alfonso mi è sembrato molto determinato – ha concluso la Casini – e ha spiegato alla Boschi come la centrale sia legata al metanodotto, contro il cui tracciato la Regione ha intenzione di opporsi in fase di conferenza dei servizi facendo valere l’inattaccabilità degli usi civici”.
Fanno male ad opporsi, il gas è pulitissimo, leggete l, italiano “IDROGENO”.In Italia ci sono 40.000KM DI METANODITTI.
PENSATE ANCHE ALL’ ILVA .
QUANTI PRESIDENTI DI REGIONE SI SONO SUCCEDUTI.
LEGGETE SE SIETE IN GRADO.
ALTRIMENTI, TORNATE ALL’ASILO