Una lettera che porta con sé il peso specifico delle ragioni di un terittorio e di un’opera per la quale questa parte d’Abruzzo continua fermamente a dire no. Ad intervenire e ad invitare ad una riflessione per “un risolutivo ripensamento”sul tema gasdotto e centrale nei territori colpiti dai terremoti nel 2009, 2012, 2016 e 2017 e della centrale di compressione di Sulmona”è il consigliere regionale, Pierpaolo Pietrucci, presidente della Commissione Territorio, Ambiente e Infrastrutture rivolgendosi, al neo presidente Conte, dopo gli appelli ai predecessori Matteo Renzi e Paolo Gentiloni.
Un’assoluta contrarietà alle opere in questione, quella ribadita dal Pietrucci nella missiva ricordando le iniziative promosse in Consiglio regionale (due risoluzioni approvate, una analoga iniziativa l’ha approvata la Commissione Ambiente della Camera dei deputati) e sottolinea “la mia parte politica ha espresso più volte parere contrario alla realizzazione dell’opera, così come il Movimento Cinque Stelle, quando oltre a essere forza di opposizione a livello regionale come oggi, lo era anche a livello nazionale”.
Va dritto al punto, quando parla di rischio sismico, “a cui sono soggetti i territori che l’infrastruttura attraverserebbe, peraltro, con grave pericolo per le popolazioni che vi risiedono (dall’Abruzzo al Lazio fino all’Umbria, alle Marche e all’Emilia-Romagna)” questa sottolinea “è la prima ragione per abbandonarne la realizzazione”.
“Della cancellazione della programmata realizzazione del gasdotto e della centrale di Sulmona gliene sarebbero grate le popolazioni, già troppo e duramente provate dalle recenti catastrofi naturali, per essere costrette a sopportare la presenza di una spada di Damocle costituita da una infrastruttura così impattante e potenzialmente distruttiva in caso di evento sismico rilevante. Contrariamente sarà molto elevato il rischio di proteste clamorose da parte delle popolazioni terremotate: anche per questo si è registrata finora l’unità sul tema da parte della politica locale”. E se la via della cancellazione delle opere dovesse rivelarsi non percorribile, per il consigliere regionale andrebbe avviato un rigoroso studio secondo il principio del confronto tra i costi e i benefici, già in fase di applicazione per altre opere sul territorio nazionale.Un’analisi che dovrà contemplare tra i costi la sicurezza della popolazione e valutare l’alternativa del percorso in mare, in luogo del passaggio nei territori interni abruzzesi, umbri, marchigiani, laziali ed emiliano-romagnoli ad alto rischio sismico, appartenenti ai Crateri 2009, 2012 e 2016/2017”. Ragioni di sicurezza, ragioni di carattere ambientale e paesaggistico e di approvvigionamento energetico (in primis la necessità di investire sempre di più sulle energie rinnovabili) a sfavore della realizzazione del gasdotto Snam e della centrale di compressione di Sulmona.
Pietrucci specifica poi il valore di questa richiesta che “non ha i caratteri della strumentalizzazione, visto che ricalca quella rivolta ai Presidenti Renzi e Gentiloni, che sono della mia stessa parte politica ma che ho avuto modo, con coraggio, di censurare in passato. Nasce piuttosto dal territorio, da popolazioni prostrate e alle prese con mille problemi, ma che non si rassegnano a vedere ignorati i propri bisogni, inascoltati i propri legittimi timori e che continuano a voler vivere nell’Appennino, una terra straordinariamente fragile, ma troppo bella e carica di storia per essere abbandonata” ribadisce il consigliere regionale che conclude “Attendiamo con urgenza di sapere come questo Governo intenda comportarsi”
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