Hanno fatto un atto di forza che definiscono “obbedienza civile”, perché a disobbedire alle leggi, secondo gli ambientalisti dei comitati cittadini, è la Snam “che ha avviato un cantiere illegale – spiegano – in quanto aperto senza adempiere alle prescrizione ante operam previste dal ministero”.
Una quindicina di persone provenienti da tutta la regione, così, ieri si sono recate sul cantiere di Case Pente dove la Snam sta realizzando la centrale di compressione del gas e hanno forzato la rete di protezione per una manifestazione di protesta durata una mezz’ora. Dentro al cantiere i manifestanti hanno esposto cartelli contro la Snam, la sua opera e, soprattutto, contro la logica dei combustibili fossili a cui l’opera è destinata.
“Un cantiere abusivo, un oltraggio alla nostra storia per le 100 tombe scoperte e che saranno coperte da cemento, un crimine contro il clima ed economico perché i 2,5 miliardi di euro che serviranno a costruire la centrale – denunciano – saranno pagati dai cittadini e dai fondi Pnrr che potevano servire a favorire lo sviluppo sostenibile”.
La protesta ha allertato subito la vigilanza e la polizia che, tuttavia, si sono limitati a guardare a distanza la manifestazione: undici attivisti sono stati identificati all’uscita dal cantiere e verranno probabilmente denunciati.
“La nostra è stata un’azione di obbedienza civile nonviolenta – scrivono i comitati -, compiuta per denunciare pubblicamente l’illegalità e la violenza che la Snam sta perpetrando ai danni del territorio”.
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