Se ne parlerà a gennaio, se tutto va bene, l’estensione della raccolta differenziata porta a porta a tutta la città di Sulmona vedrà la luce, forse, nel 2018. A dirlo, al quotidiano Il Centro, è stato l’altro giorno l’amministratore unico del Cogesa Vincenzo Margiotta, sempre che per quella data la società pubblica abbia ancora la competenza e il servizio affidatogli illegittimamente, così ha stabilito una sentenza del Consiglio di Stato, dal Comune di Sulmona.
E sempre se il Cogesa, infischiandomene della sentenza, deciderà di andare avanti; ivi compresa la decisione di indire una gara per esternalizzare a sua volta un servizio di cui non ha la paternità e che l’amministratore della Undis, società che ha vinto il ricorso, ha già diffidato a non portare a termine.
Nel frattempo, tra un rinvio e l’altro, c’è chi ci guadagna. Vista la consegna dei mastelli già effettuata e l’indisponibilità della piazza d’armi dell’ex caserma Cesare Battisti per l’arrivo dei Musp, dove i bidoni erano stati posizionati ad aprile in vista della partenza del servizio “entro giugno” (così aveva promesso l’assessore Alessandra Vella), infatti, l’amministratore unico del Cogesa, pratolano, ha deciso di spostare il pesante carico dei mastelli in un capannone industriale vuoto, quello dove prima si trovava il cartodromo coperto, alla modica cifra di affitto di 16mila euro per quattro mesi.
Il capannone, trovato senza una gara e neanche un avviso o una ricerca di mercato, ma per conoscenza diretta, come ebbe modo di ammettere lo stesso Margiotta in una conferenza stampa qualche settimana fa, è casualmente di proprietà di Gaetano Di Cioccio, pratolano, e consigliere comunale di opposizione dopo aver concorso alla carica di sindaco.
Qui, stando sempre alle dichiarazioni rilasciate da Margiotta alla collega Federica Pantano, sarà inoltre allocato, anche dopo i quattro mesi dunque, il front office e la consegna dei mastelli, per intendersi il servizio che prima si trovava in piazza XX settembre in un locale di proprietà comunale.
Per quanto tempo non è dato sapere, ma si sa che quando fu attivato per il centro storico l’ufficio restò aperto per anni. Una scelta poco opportuna, diciamo, quella tutta fatta in casa dai pratolani, se non altro perché il capannone in questione non è proprio a portata di mano e neanche di autobus.
“Non mi sembra questo il modo corretto di amministrare i soldi pubblici – commenta Alberto Di Giandomenico di Italica – mi chiedo se tanto Di Cioccio quanto Margiotta non si sentano almeno un po’ in imbarazzo. I mastelli potevano essere posizionati negli ampi spazi a disposizione del Cogesa e se non fosse stato possibile, sarebbe stato almeno necessario fare un avviso pubblico, visto anche la quantità di capannoni in disuso che ci sono nel nucleo industriale di Sulmona e non solo”.
A volte è il metodo e lo stile a fare la differenza e la differenziata.
Senza parole, speriamo venga revocato il servizio illegittimo come da Sentenza.