Sitindustrie, i Di Nino acquistano parte del capannone

Saranno utilizzati inizialmente per lo stoccaggio delle merci per poi, chissà, diventare luogo di produzione di qualcos’altro. I fratelli Stefano e Pietro Di Nino, della nota ditta di autotrasporti peligna, hanno annunciato l’acquisizione di 18mila metri quadrati dello stabilimento ex Sitindustrie, quello che produceva tubazioni di rame per la dissoluzione dell’acqua marina, stabilimento chiuso da tempo ormai.

Quella acquistata dai Di Nino è solo una parte dell’intero capannone grande circa 22mila metri quadrati su un terreno di 82mila. “Un atto d’amore” per i due imprenditori che a proposito dichiarano: “L’obiettivo di conservare e non veder svilire la sua vocazione produttiva nel settore industriale, fondamentale per rilanciare l’economia e fare da traino alla auspicata crescita dei livelli occupazionali”. Un acquisto concluso senza pensarci troppo, raccontano i fratelli che parlano di risorse importanti da investire sul territorio “nonostante la crisi economica degli ultimi 10 anni abbia riguardato anche noi con i suoi pesanti effetti”. Una scommessa, insomma, basata anche sull'”ottimismo” aggiungono “e raccogliendo questa sfida crediamo di poter fare la nostra parte con serietà e convinzione come sempre”.

Sempre nell’ex Sitindustrie doveva sorgere un’altra realtà imprenditoriale, quella della azienda bergamasca Alum Oxys. Annuncio fatto mesi e mesi fa dalla senatrice Paola Pelino, ma che non ha ancora trovato un vero e proprio riscontro reale. “Stanno per iniziare- dichiara la senatrice-. Sono in ultimazione gli ultimi lavori con l’impresa affidata ad un architetto di Sulmona”. E’ di luglio scorso, a proposito, l’intervento della maggioranza in Consiglio comunale che ricordava all’esponente Fi le promesse non mantenute. Quella fu l’occasione per ricordare che bisognava attendere solo un altro pò per la bonifica dell’impianto. A distanza di cinque mesi la bonifica sembra ultimata e con le carte in regola per partire. Si spera che non ci sia da aspettare ancora molto.

S.P.

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