Risalire all’ultimo movimento della faglia del Morrone. Questo l’obiettivo dell’università D’Annunzio di Chieti e dell’Ingv attivi a Roccacasale per qualche giorno nello scavare alcune trincee nei pressi della faglia e risalire, in base alla conformazione del terreno, nel datare l’ultimo movimento. Questa faglia, infatti, sembra silente da almeno un paio di millenni, o meglio non esistono documenti che attestino terremoti da essa originati. Ci sono stati episodi in zona dovuti ad altre faglie, ma non direttamente da quella del Morrone.
L’indagine servirebbe ad avanzare qualche ipotesi circa eventuali futuri accadimenti. Ovviamente, e la scienza lo ribadisce spesso, non sono possibili previsioni, ma gli studiosi sembrano attribuire cadenze periodiche agli eventi sismici avendo notato la loro ripetibilità spesso a distanza degli stessi periodi. In silenzio da tempo, la faglia del Morrone, quindi, desterebbe qualche preoccupazione circa la potenza della sua carica qualora si verificasse un terremoto dovuto proprio dal suo movimento. Dietro alla ricerca vige, tuttavia, il massimo riserbo.
La prevenzione va avanti, per quanto possibile, anche a Sulmona, tra le città pilota della provincia dell’Aquila, insieme all’Aquila ed Avezzano, sulla quale eseguire studi sperimentali “per la definizione di nuove metodologie e approfondimenti”. E’ in procinto di partire la microzonazione di livello 3. Un progetto finanziato dalla Regione (140mila euro per ciascuna città) d’intesa con le amministrazioni comunali. Nel caso della Valle Peligna i due enti, infatti, hanno sottoscritto una convenzione che prevede Sulmona, appunto, beneficiaria per ora di 38mila euro che serviranno ad intraprendere indagini geognostiche e geofisiche nelle zone individuate. Durante la scorsa microzonazione di livello 1, infatti, il capoluogo peligno è risultato meritevole di una particolare attenzione per diversi tipi di instabilità e quindi approfondimenti. Studi da effettuare, nello specifico, nelle zone più urbanizzate come centro storico e zona industriale.
Si tratta solo di un primo step perchè il resto sarà effettuato dalla Regione stessa in collaborazione con enti vari (università in primis) per arrivare ad una particolareggiata cartografia. Stipulata la convenzione, dunque, il Comune di Sulmona (tramite il quarto settore) entro sei mesi dovrà produrre tutta la documentazione tecnica. “Si tratta di una fase di studio per calibrare meglio adeguamento e messa in sicurezza delle varie strutture- spiega l’assessore alla Protezione civile Antonio Angelone-. Abbiamo spinto tanto per avviare questa indagine, mi sono attivato con i miei uffici”. Le risorse economiche, tuttavia, non sono sufficienti a coprire tutto il territorio, per la zona pedemontana, dunque, l’amminstrazione dovrà cercare diversamente altri finanziamenti.
Simona Pace
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