Alla fine non resterà che assistere all’harakiri del concorso Maria Caniglia, su quel palco dall’omonimo nome, le luci resteranno spente. I sipari che avrebbero dovuto aprirsi solo tra pochi giorni, nella settimana dal 16 al 24 settembre resteranno abbassati, solo il sottofondo del requiem sembra animarsi e levarsi dal teatro comunale.
Non ci sarà nessuna manifestazione, la kermesse vanto della città non si farà. A farlo sapere il maestro Gaetano Di Bacco che sull’agognato contributo annunciato da D’Alfonso nei dì della due giorni di Fonderia, fa sapere “Non abbiamo avuto alcuna comunicazione ufficiale” e aggiunge “la situazione è statica, di certo per settembre non si farà”.
L’amarezza è quella che impera tra gli organizzatori stanchi di elemosinare ogni volta contributi ed attenzione per un concorso internazionale alla sua XXIII edizione a cui partecipano cantanti lirici di fama mondiale, giurie provenienti dai più grandi teatri d’opera. Un evento, un tempo gioiello di una città, che negli ultimi anni è costretto a fare i conti con una cultura di serie che viene fatta però arretrare, con portafogli semivuoti, abbandonati persino dal Furc dell’ultima occasione che la Regione non ha concesso. Così si dovrebbe andare in scena con 6 mila euro, 3mila dell’amministrazione e 3 mila della Fondazione Carispaq. No, non si può. “Con queste cifre non si va da nessuna parte” Di Bacco incalza “Questo è un concorso di gran livello, di caratura mondiale, o si fa bene o è inutile farlo”.
Una manifestazione sì specialistica, forse non proprio nazional popolare, ma che parla di lirica, opera, l’unica forma di canto inimitabile che appartiene all’Italia e anche a Sulmona. Un concorso che di certo non fa rima con commerciale. Le parole continuano a rivolgersi all’amministrazione ad un intervento regionale, ad una risposta che non arriva. Perchè se l’unica possibilità è posticipare a dicembre è ora il momento di ufficializzare, intervenire altrimenti sarà troppo tardi.
Intanto c’è il giro di anime della lirica da avvisare, aggiornare, centinaia di cantanti, musicisti ancora in bilico se venire a Sulmona o no, se questo biglietto open per la città smemorata di cultura s’ha da fare o meno. A braccia conserte aspettando la salvezza alla quale per amor del bel canto non hanno smesso di credere, si resta appesi a un filo, sottile che strilla come un acuto. Con la speranza che quell’acuto non sia definitivamente l’ultimo.
Anna Spinosa
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