E’ scontro totale tra gli abitanti dell’Alto Sangro e dell’Alta Valle del Sagittario e la Asl 1 Avezzano-Sulmona-L’Aquila. In una nota diramata, i Sindaci dei Comuni di Pescasseroli, Opi, Villetta Barrea, Civitella Alfedena, Barrea, Alfedena, Scontrone, Pescocostanzo e Scanno, hanno espresso la più ferma censura nei confronti della Direzione Generale della Asl e della Regione Abruzzo per il grave tentativo di sfuggire alle loro responsabilità. Al centro della battaglia l’assenza della guardia medica che continua a interessare Castel di Sangro, Pescasseroli e gli altri Comuni altosangrini.
“Non accettiamo trucchi provvisori che non affrontano le radici del problema”, spiegano i primi cittadini che chiedono rispetto per gli abitanti del territorio e i loro diritti. “Chiedere l’intervento provvisorio dei medici dell’esercito è un’ammissione di fallimento e un insulto all’intelligenza delle nostre comunità – dichiarano i Sindaci congiuntamente – non possiamo permettere che si giochi con la vita e la salute delle persone”. È categorico che la politica intervenga con soluzioni definitive e a lungo termine per garantire un servizio di qualità per tutti i cittadini”.
“Siamo di fronte alla consapevolezza che i fatti accaduti siano molto gravi – proseguono -, la mancanza di un medico sui mezzi del 118 di Pescasseroli, di Pescocostanzo e di Scanno è a tutti gli effetti una riduzione di pubblico servizio che grava su una popolazione già in difficoltà per la distanza dai servizi e dai presidi ospedalieri soprattutto per quelle patologie cosiddette “tempo-dipendenti. Chiediamo – concludono i Sindaci – atti definitivi e coerenti, non promesse vuote e soluzioni temporanee. I cittadini del nostro territorio meritano rispetto e un’immediata azione da parte delle autorità competenti”.
Sono oltre 2000 le firme di cittadine e cittadini altosangrini raccolte dalla Cgil, per dire basta all’isolamento sanitario vissuto dall’intero comprensorio. “La mancanza di servizi – scrive la Cgil L’Aquila -, soprattutto sanitari, di prospettiva, di soluzioni concrete che valorizzino i territori e chi li abita ha raggiunto un limite non più sopportabile, soprattutto se le condizioni che subiscono ormai da troppo tempo derivano da una assenza di programmazione o peggio da una spasmodica ricerca di riduzione dei costi. La salute è un diritto fondamentale che si soddisfa attraverso la valorizzazione e la riaffermazione di un sistema sanitario pubblico, universale e gratuito per tutte e tutti, indipendentemente dal luogo in cui si è nati o si vive. La narrazione a cui siamo abituati del “va tutto bene” non fa più presa, le persone hanno bisogno di certezze, di sentirsi parte integrante di quel patto sociale che tiene uniti i territori attraverso un’egualitaria erogazione dei servizi”.
Il 1° febbraio l’organizzazione sindacale terrà una manifestazione sotto la Direzione Generale della Asl. Sarà un momento utile anche per la consegna delle firme raccolte, ma soprattutto sarà una mobilitazione per affermare che vivere nelle aree interne non può rappresentare un problema, ma deve trasformarsi in opportunità.
“Porteremo la nostra protesta nelle stanze dei decisori – conclude la Cgil L’Aquila -, affinché si confrontino con le esigenze vere che esprimono i territori, affinché si trovino le necessarie soluzioni per una comunità che oggi guarda al futuro con troppe incertezze e paure. Le aree interne devono diventare un luogo di sperimentazione di nuovi modelli idonei a potenziare i servizi sanitari, partendo dai bisogni sanitari insoddisfatti e questo può avvenire solo attraverso una partecipazione attiva di tutti gli attori coinvolti”.
In alto Sangro hanno riconfermato il cdx con preferenze altissime quindi va tutto bene.