È tutta colpa della pubblicità.
Sempre lei, maledetto e accattivante siparietto colorato, che interrompe giochi a premi, telegiornali, film e talk show, tentando di convincerci a comprare qualcosa che potrebbe renderci la vita più semplice.
Gli spot ce lo dicono ogni giorno, per tutto il giorno, che con un corpo più sodo, un profumo più francese e un detersivo più smacchiante, sarebbe tutto più facile.
Jingle accattivanti e motti persuasivi ci entrano nella testa, convincendoci che senza segni del tempo sul viso, capelli opachi e aloni sullo specchio, la nostra immagine riflessa piacerebbe di più a noi stesse e agli altri, riusciremmo a venire meglio nei selfie e a tenerci stretto l’amore. Stretto come il punto vita che avevamo da ragazze. Stretto come quei jeans che ci bloccano la circolazione, ma che ci ostiniamo a indossare.
Ma, se la vita è lunga e complicata, la pubblicità dura invece appena tre minuti, proprio come i nostri buoni propositi di alimentarci meglio e fare cento addominali al giorno, per porre rimedio a tutte le caratteristiche umane del nostro corpo. Perché in fondo è proprio questo che certi giorni non ci piace di noi e vorremmo correggere: la mancata perfezione e la conclamata umanità.
Correggiamo la nostra umanità persino dalle foto, cancellando ogni particolare che possa distinguerci dalla massa: una ruga, un neo, un occhio stanco, una ciocca di capelli fuori posto.
E invece restiamo umane e umanamente cediamo di nuovo alla tentazione di un bignè alla crema, così come umanamente provochiamo un ritardo, che ci impedirà ancora una volta di arrivare in tempo in palestra, per la lezione di pilates.
Siamo perfettamente umane quando gioiamo come bambine davanti a un hamburger con le patatine fritte o quando rimaniamo in casa per tutto il weekend con il pigiama, i capelli arruffati e la polvere sui mobili. Altro che viaggi last minute, guaine modellanti e Baleno per lavorare di meno.
Con speranzoso entusiasmo, annotiamo sulla lista della spesa, dopo il latte, la carta igienica e la passata di pomodoro, il nome della crema antirughe pubblicizzata dalla nostra attrice preferita, che ci svela finalmente il suo segreto di bellezza, fascino e successo.
Perché è facile attribuire la colpa di ogni cosa alla sfortuna o a un paio di rughe. Facile quanto credere a un siparietto pubblicitario, creato appositamente per convincerci che le cose si possano cambiare dall’esterno.
È più difficile invece fidarsi, credere e godersi certe parole e certi momenti, che fanno parte della vita reale e sembrano troppo belli per essere veri.
Troppo perfetti per non essere la strategia promozionale di un’offerta a breve scadenza.
Intanto il tempo avanza inesorabilmente, rendendoci sempre più simili alle nostre adorabili nonne, anche se non ci piace sentircelo dire, anche se continuiamo a vestirci da ragazze, benché siamo sempre più scomode dentro certi indumenti che non abbiamo il coraggio di buttare.
Per fortuna non è mai troppo tardi, né troppo presto, per togliersi le fette di cetriolo dagli occhi e iniziare a vedere meglio le cose, credendo in noi stesse e a chi ci sta accanto, oltre che alle farloccate pubblicitarie, e scegliendo di stare finalmente dalla nostra parte, l’unica giusta per noi, l’unica dalla quale possiamo affermare, a ragion veduta, che non è vero: non siamo così dolcemente complicate, emozionate, delicate, sole, insonni, confuse, immobili, e accondiscendenti.
Proprio per niente, o almeno non più.
Se solo si potessero riavere indietro tutti i minuti della vita che abbiamo sprecato a sentirci inadatte, tutti i pasticcini alla crema a cui abbiamo rinunciato, tutti i complimenti a cui non abbiamo creduto e soprattutto tutti quelli che non ci siamo fatte…ma purtroppo non è possibile.
Possiamo solo goderci il presente, vivendo ogni giorno con la consapevolezza che le stelle brillino nel cielo anche per noi, che troppe volte le guardiamo senza avere il coraggio di credere a ciò che ci dicono, attraverso l’intermittenza delle loro luci, perché ci parlano di un firmamento immenso e infinito, illimitato come certe offerte telefoniche, che poi contengono una postilla con la fregatura.
gRaffa
Raffaella Di Girolamo
Non c’è dubbio che G.Raffa scriva bene, ma io ci andrei un poco più pesante sull’epoca che viviamo: quella dell’immagine ad ogni costo. La cura del corpo sarebbe cosa buona e giusta, se si pensasse a quello che c’è sotto l’involucro cutaneo,che sì, è considerato oggi dai medici un apparato,ma non ha l’importanza chessò, del cuore,del rene,del fegato etc. E noi continuiamo a curare l’involucro,ciò che appare,nel tentativo di farlo sembrare più bello e soprattutto preservarlo dall’usura del tempo. E così ci danniamo l’anima nel comperare creme e cremine, nel fare maschere facciali, nel tumefarci le labbra con l’acido ialuronico,nel pomparci il seno,nel rifilarci il naso,nel rassodare e risalire i glutei,nell’aspirare la cellulite, nel trapiantare capelli. Questo ha fatto la fortuna degli “estetisti”,professione che io consiglierei di fare ai tanti giovani in cerca di lavoro. E’ vero la massima latina dice, mens sana in corpore sano. Ma qual è il “corpore sano”? Ecco, il corpo va allenato,non va tenuto a poltrire ed è risaputo che il movimento favorisce il ricambio metabolico. Non è certo il “corpore sano” quello di ricorrere a trattamenti chirurgici,per correggere rughe o che. Natura non facit saltus, altra massima latina. Come dire la natura fa il suo corso ed il decadimento fisico dovuto all’età è inarrestabile.
Le rughe sul viso,le famose zampe di gallina ai lati delle orbite etc.sono la conseguenza del cedimento del tessuto connettivo di sostegno e la cute si “accartoccia” su se stessa, non avendo più il sostegno naturale. Hai voglia a mettere creme o bava di lumaca. Insomma cara GRaffa, bisogna accontentarsi di come siamo,non eccedere nel cibo, “est modus in rebus”, e non tormentarsi con diete da eremita. La vera felicità a volte sta in un bel piatto di pasta condita con un succulento sugo di pomodoro. Diceva il saggio: una bella mangiata di pasta “fodera i nervi”.Altro che Tavor e tranquillanti vari. E sapesse come la serenità distenda le rughe…altro che creme. Ciao.
Caro Modesto, le assicuro che la pensiamo allo stesso modo, ma io preferisco analizzare il percorso, perché la teoria la sappiamo tutti e siamo in grado di spiegarla bene, ma in certe giornate amare, per alcune persone, è difficile rimanere sul pezzo.
“La vera felicità a volte sta in un bel piatto di pasta condita con un succulento sugo di pomodoro”, mangiata con chi ci fa stare bene (e ci sbuccia la frutta) e alternando ogni forchettata con una chiacchiera e una risata.