Il termine inglese plastic free (letteralmente liberi dalla plastica) è sulla bocca di tutti: politici, studenti manifestanti, amministratori della cosa pubblica, imprenditori. Uno slogan che è supportato da una serie di indirizzi politici, non ultimo quello del Parlamento europeo che il 18 gennaio scorso ha votato una direttiva finalizzata all’eliminazione sul mercato a partire dal 2021 di una larga fetta di beni in plastica cosiddetti monouso, per finire alla Finanziaria che il governo giallorosso sta varando e che prevede, con la solita scia di polemiche, una tassazione di 1 euro a tonnellata sui prodotti monouso (le cosiddette bottigliette che porterebbero un aumento di 4 centesimi sul prodotto finale).
Nelle scuole e nelle aziende va sempre più di moda regalare borracce personali da utilizzare per i rifornimenti di acqua, anche se poi non è ben chiaro dove questi rifornimenti dovrebbero essere fatti. Sì, perché tra il dire e il fare c’è di mezzo sempre la solita burocrazia: a meno che non si pretenda di riempire le borracce ai cosiddetti “zampilli” (oggettivamente scomodi per queste operazioni), infatti, a Sulmona, ad esempio, non c’è neanche un distributore pubblico o privato di acqua filtrata. E non perché nessuno non ci abbia pensato. Sembra infatti che a palazzo San Francesco siano già pervenute da mesi più di una richiesta per installare un distributore di acqua, come d’altronde esiste già a Pratola e in molti altri centri minori d’Italia e d’Abruzzo. Una cosa semplice che, come sempre, però, a Sulmona diventa complicata. Non un vanto per una città che il prossimo mese di marzo ospiterà il Forum della Inner Wheel dedicato proprio alla Plasticfree.
E ancora nelle mense scolastiche, nonostante la disponibilità dei fornitori del servizio, si beve ancora attaccati alla canna di plastica delle bottigliette (senza contare stoviglie e posate): la Asl non è stata in grado di dare una soluzione igienica che garantisca la distribuzione di acqua trattata o anche solo del rubinetto, con i fornitori che di fatto sono costretti a riempire i banchi di porzioni da mezzo litro confezionate.
Meglio non va per l’abbattimento della plastica di confezionamento: raro trovare merce nei supermarket per la quale si è rinunciato all’imballaggio, o ancora la diffusione di prodotti alla spina come detersivi e saponi: l’unico distributore che aveva fatto la proposta a Sulmona è stato costretto a ritirare l’offerta che, ad oggi, sopravvive in alcuni sporadici casi come nel bar di Bagnaturo. E che se uno ci passa, per l’acqua come per i detersivi alla spina, ha un senso, altrimenti il consumo di benzina e Co2 per andare a fare gli ecologisti, non vale certo la candela.
Pessimisti!
perchè pessimisti?
Bevete acqua del rubinetto che è ottima.