L’esordio politico mira dritto al cuore della battaglia interna, quella di una Italia Viva che, nel Centro Abruzzo, sgomita tra diverse e spesso opposte visioni. Il primo comunicato del neo nato partito di Renzi in Valle Peligna è tutto dedicato infatti a Marianna Scoccia e a suo marito Andrea Gerosolimo, la cui presenza dietro l’uscio della Leopolda, infastidisce e non poco. Preoccupa e agita.
L’occasione, d’altronde, è di quelle ghiotte, perché sulla riforma dei consorzi di bonifica la partita che si sta giocando a livello regionale, con la riforma voluta da Imprudente e ostacolata dal centrosinistra, vede la Scoccia contro la sua ormai ex maggioranza e più vicina, non a caso, alle posizioni del centrosinistra.
Ma il campo di battaglia, in questo caso, può rivelarsi impervio e pieno di tranelli per i gerosolimiani che, proprio sui consorzi, e in particolare sulla gestione del Consorzio di bonifica Aterno-Sagittario, dovrebbero parlare misurando e pesando ogni parola.
“La consigliera Scoccia sembra preoccupata per il maggior costo che, a suo dire, si porrebbe a carico dei Consorzi di Bonifica (e, quindi, degli agricoltori) – scrive Italia Viva -. Una parsimonia questa che, tuttavia, emerge con strategica intermittenza. Non è un mistero per nessuno, infatti, che il Consorzio di Bonifica di Pratola Peligna (che gravita sull’area di riferimento o della coppia Scoccia-Gerosolimo), ha ritenuto di dispensare uno stipendio faraonico al direttore unico del Consorzio Bonifica di oltre 120.000 euro annui, pari al doppio di quello corrisposto ai propri direttori dai Consorzi di Bonifica di Avezzano e Vasto. In sostanza, il direttore del Consorzio (che annovera stabilmente poco più di una decina di addetti), percepisce un compenso pari o superiore a quello che le amministrazioni pubbliche corrispondono a dirigenti che hanno incombenze imparagonabilmente maggiori”.
Che poi fosse solo il direttore il problema: “Come se ciò non bastasse, proprio in questi giorni – aggiungono i renziani -, è stata disposta, nello stesso Consorzio peligno, anche l’assunzione di un funzionario amministrativo – avvocato al quale viene corrisposto uno stipendio annuo di oltre 75.000 euro, addirittura maggiore di quello percepito dal alcuni direttori di altri consorzi di bonifica regionali”.
Una sperpero di denaro consumato nonostante le non certo floride casse dell’ente, che si regge sui canoni degli agricoltori e i contributi della Regione.
“La questione è stata sottoposta, invano, anche all’attenzione della commissione Garanzia della Regione. A questo punto – aggiunge Italia Viva -, sarebbe opportuno che la signora Scoccia, a meno di essere affetta da una vistosa forma di strabismo, volgesse il suo sguardo in casa propria, sulla gestione del Consorzio di Pratola Peligna e sugli stipendi che i suoi fedelissimi che occupano i posti di vertice dell’ente hanno dispensato ad alcuni dipendenti. Diversamente, la posizione assunta sul progetto di riforma dei Consorzi da parte della consigliera, da sempre fieramente professatasi ‘ragazza di destra’, ha tutto il sapore di una squallida ritorsione contro la Lega che sulle decisioni della maggioranza regionale non le fa toccare palla, condannandola alla marginalità come come marginali e di ‘bottega’ sono gli interessi da lei finora perseguiti”.
Come prima uscita mi sarei aspettato qualcosa sui licenziamenti del San Raffaele, invece solo fumo e chiacchiere contro un avversario politico.
RENZI HA VOLUTO UN PARTITO TUTTO SUO E MOLTI SONO CORSI DAL NUOVO AMBIZIOSO PADRONE.
NON CE N’ERA PROPRIO BISOGNO.
GLI AUGURIAMO UN MERITATO INSUCCESSO, QUANTO MENO PER FARE CHIAREZZA