La comunicazione della prefettura è arrivata questa mattina, entro e non oltre domani i 60 migranti ospitati all’interno del centro di accoglienza presso l’Europa Park Hotel dovranno essere tutti trasferiti.
Una ricollocamento, se così si può chiamarlo, di cui si aveva già certezza ma non in tempi così brevi. Di base c’è infatti la mancata partecipazione della cooperativa Nuovi Orizzonti Sociali all’ultimo bando “che non permette condizioni economiche e gestionali adeguate – chiarisce la legale rappresentante Nos, Candida D’Abate -. La prefettura aveva chiesto una proroga fino a luglio ma poi è arrivata l’ufficialità dei trasferimenti immediati”.
Il decreto Salvini, in termini di accoglienza, insomma, non consente un’accoglienza degna di essere chiamata tale. “La legge prevede un risparmio – puntualizza – con standard diversi in base al fatto se il centro ospiti più o meno di 50 persone. In linea di massima c’è stata riduzione del personale ed è diventato difficile mandare avanti una struttura del genere”.
Tra i ragazzi, tuttavia, c’è qualcuno che qui in Valle Peligna ha trovato un lavoro. Per loro pare si stia valutando la possibilità di essere collocati nel centro di Pettorano. La preoccupazione che solleva D’Abate, inoltre, è legata anche al tipo di centro che troveranno, “la legge prevede di rinunciare anche a questo diritto nel caso in cui non si trovino bene. Comunque ogni ragazzo ha il proprio avvocato, qualcuno sta facendo ricorso”.
Per la Nos, inoltre, non rispondere al bando era una scelta obbligata dettata anche dalla necessità di riconsegnare la struttura al legittimo proprietario, Rubeo, che pare abbia altri progetti su di essa.
Si chiude così, dopo la chiusura anche del centro migranti della Casa Santa dell’Annunziata, l’era di una Sulmona che accoglie, in un momento storico davvero particolare e delicato. Non si ferma, tuttavia, la voglia di chi fa della diversità una ricchezza.
Simona Pace
Chi vuole fare accoglienza lo faccia con i propri capitali e non con sono pubblici
Quanta ignoranza che gira ai giorni nostri. Eppure abbiamo gli strumenti alla portata di mano per informarci. Comunque adesso per noi sulmonesi almeno un “problema” è stato risolto, giusto? Il marciapiede di via della Repubblica prima agli italiani.
Queste povere persone ora dove andranno? Non è possibile ospitarli in strutture della chiesa? Tipo vescovado?
Cosa c’entra il Decreto Sicurezza se l’affittuario deve riconsegnare la struttura al legittimo proprietario?
La nostra Valle Peligna, a suo tempo fu teatro di una emigrazione esodale, diretta in Venezuela. Erano gli anni ’50 del secolo scorso e ci si andava perché chi era tornato , testimoniava che là c’era da fare, che là cercavano maestranze e tecnici, specie nelle costruzioni. Anche i manovali trovarono lavoro, in quel periodo, non erano tanto presenti ruspe e caterpillar e si aveva ancora bisogno di braccia per il piccone ,la carriola e la pala. Molti diventarono imprenditori ed in tanti tornarono con il portafoglio colmo di danaro con cui fecero progresso in patria. Ora chi avrebbe il desiderio di andare in Venezuela, con l’intenzione di trovare un lavoro o di fare danaro? A sentire le cronache pare che da quelle parti ci sia la fame nera,manca tutto, sono allo stremo. Questo per cercare di capire perché gli africani vengono in Italia e sfidano la morte con imbarcazioni dissestate,per arrivarci. E per di più pagando 3-4mila euro agli scafisti, soldi con i quali si potrebbe vivere una vita,senza soffrire la fame ,da quelle parti. E non mi si venga a dire che scappano dalla guerra,da pestilenze o da fame . Almeno l’80% non fa parte di queste migrazioni. Allora che vengono a fare? Non si rendono conto che in Italia non abbiamo di che mantenerli, non abbiamo lavoro da offrirgli, o almeno quello che sanno fare loro? Niente, non sanno fare niente,solo lavori da schiavo. Non sentono le notizie alla TV,alla radio che l’Italia è l’ultimo paese della UE riguardo a produzione,PIL, e risorse economiche? Ecco, io lo so perché vengono. Perché c’è una larga schiera di italiani, di quelli che contano, che si strappano le vesti per farli venire,però alla maniera di “armiamoci e partite”. Accogliete i frateliiii e le sureleeee, ma fatelo voi.E che dire dei compagni, così buoni e così bravi, con le loro squadre d’assalto che gridano di accogliere ed accogliere? Ecco al richiamo di così altisonanti personalità, non si può rinunciare e poi in Italia è anche molto facile fare soldi vendendo droga o cianfrusaglie contraffatte, con la merce stesa su tutti i marciapiedi di tutte le città. Ecco, questa è una storia gradita a molti e se non accettata sei condannato agli inferi, su questo e l’altro mondo:razzista, nazista, fascista, xenofobo,islamofobo, omofobo, e via dicendo. Una dittatura sorda che ci sta rinchiudendo in un bozzolo senza via d’uscita. E la chiamano democrazia.
perfetta analisi….mancano tutti i soggetti che fanno business con la carita’,iniziando dalle associazioni,coop,varie mafie,ecc …tutti a fare soldi,di certo non per beneficenza,l’esempio dell’hotel che “ospitava”, era stato chiuso per mancanza dei requisiti di sicurezza,
autorizzazioni,permessi specifici…struttura mai adeguata ,comunque “utile” per l’accoglienza pagata dai contribuenti ,con autorita’ di controllo che guardano dall’altra parte…il proprietario,molto pratico e risolutivo,soprattutto per gli affari suoi… ha altri progetti,comunque sempre con denari pubblici: sembra che i centri di assistenza,rsa ,ecc sono piu’ remuneratiivi….quindi? L’accoglienza si fa con i numeri,organizzazione,coordinamento,e
soprattutto possibilita’ economiche: arrivi controllati con certezza delle possibilita’di integrazione,permesso di residenza,documenti vari, case,corsi di lingua,assistenza sanitaria,formazione rispetto delle nostre Leggi,tradizioni,cultura,usanze,ecc,avviamento al lavoro garantito,del resto accade in Europa ,solo da noi vengono”detenuti” nei centri emarginazione/ghetto chiamati ” accoglienza “