Sette per tre ventuno: il Morrone continua a bruciare. Ventuno giorni e tre settimane, tre domeniche con il demone davanti agli occhi e la rabbia nel cuore. Che cresce. Perché la finta tregua, apparente, ha lasciato la montagna ieri pomeriggio, trascinata dal vento che ha riacceso le braci che covavano sotto. Cresce la rabbia oggi, al ventunesimo giorno d’inferno, perché se all’inizio la furia delle fiamme rassegnava all’impotenza, ora, dopo tre giorni di calma e una dichiarazione ufficiale del prefetto, secondo cui l’incendio era spento, il rogo è ancora qua, rinvigorito e potente, che divora i boschi oltre la slavina e si dirige verso Roccacasale.
Cresce la rabbia insieme alla consapevolezza dell’inattendibilità delle istituzioni che appena due giorni fa erano venute in gran parata nell’Aula consiliare a dire che tutto era sotto controllo, che il peggio era passato, anche se era stato un gran peggio.
E invece il Morrone continua a bruciare e a sentire qualcuno che la montagna la frequenta, c’era da aspettarselo, altroché. Bisognava in questi quattro giorni di tregua apparente approfittare delle fiamme sopite per aggredire da terra il fronte. Metterlo a tacere o almeno renderlo innocuo, incapace di contagiare quel che dalle fiamme si era salvato. La presenza di tre fumaiole ancora attive era stata d’altronde segnalata, ma i soccorsi hanno deciso di continuare a gettare acqua dall’alto.
Non sappiamo se la tecnica e la strategia seguita siano quelle giuste, ma sappiamo che non hanno funzionato. Che qualcosa nella gestione di questo disastro, e forse più di qualcosa, non è andata per il verso giusto. E questo non rassicura, non restituisce alla cittadinanza quel senso di protezione che ci si aspetterebbe dallo Stato e dalle istituzioni. “Non vi lasceremo soli” ha assicurato il prefetto venerdì, ma la compagnia non ferma il fuoco.
Oggi sul campo ancora Canadair (uno per il momento, ma dovrebbero arrivarne altri due), elicotteri e vigili del fuoco: la battaglia ricomincia sul monte Morrone, dopo ventuno giorni e tre settimane.
Ancora con gli occhi puntati al cielo, sperando nella pioggia.
Finalmente la pioggia!