Settantacinque anni fa nasceva il Corpo Volontari della Maiella, poi Brigata Maiella

Partigiani della Brigata Maiella di Pratola Peligna. Si riconoscono Nicola Di Cioccio (secondo da destra), Osvaldo Gualtieri (terzo da destra), Lorenzo Rossi (secondo da sinistra) ed Ernanno Cocco (primo accovacciato a sinistra).

Esattamente settantacinque anni fa, il 5 dicembre del 1943, per volontà dell’avvocato antifascista di Torricella Peligna Ettore Troilo, nacque il Corpo Volontari della Maiella. Il Corpo, che nel febbraio del 1944 cambiò nome in Banda Patrioti della Maiella poi semplicemente Brigata Maiella, aveva il compito di creare una formazione di volontari italiani che coadiuvasse gli inglesi nelle operazioni di pattugliamento e di sostengo ai civili.

Troilo che aveva già partecipato alla resistenza romana contro l’occupazione nazista, una volta persa la capitale torno in Abruzzo dove provò a convincere gli alleati di stanza a Casoli, della necessità di aggregare all’esercito britannico un gruppo di patrioti italiani. Convinto il comando alleato, il Corpo Volontari della Maiella venne aggregato al V Corpo britannico dell’VIII armata e divenne operativo militarmente, accogliendo via via i gruppi spontanei che si erano contestualmente formati in altri centri della medesima area.

Il “contagio” partigiano nel 1944 arrivò anche in Valle Peligna dove Vittorio Travaglini ed Ettore Troilo in persona organizzarono incontri pubblici per esortare gli uomini all’arruolamento. La campagna ebbe un successo inaspettato e dal comprensorio peligno partirono ben 420 uomini, di cui 29 di Prezza, 33 di Corfinio, 38 di Popoli, 150 di Sulmona e 108 di Pratola Peligna. Così, l’organico della Brigata Maiella arrivò a toccare le mille unità. Alto fu anche il sacrificio di sangue, cinque furono i pratolani caduti tra le file della Brigata Maiella: Giuseppe Saccoccia (25 anni), Antonio Presutti (21 anni), Vincenzo Presutti (27 anni), Lorenzo Di Loreto (37 anni), Quintino Mastrogiuseppe (25 anni). Oltre ai cinque appena menzionati ne caddero altri cinque della Valle Peligna: Oscar Fuà e Amleto Contucci di Sulmona; Renzo Sciore di Villalago; Mario Silvestri di Pacentro; Guido Di Nino di Corfinio.

Settantacinque anni dopo, le gesta di quegli uomini e di quelle donne sembrano come essere state ovattate dagli anni trascorsi e dai tempi che corrono. La drammaticità di quanto avvenne durante la Guerra mondialeperò, dovrebbe essere sempre ben presente nella mente delle persone per far si che tali atrocità possano essere scongiurate in futuro. Per far questo le parole del patriota sulmonese della Brigata Maiella Gilberto Malvestuto possono essere d’aiuto: “Indossare un mitra pesa e non mi è mai piaciuto. Io l’ho fatto solo per guadagnare la libertà che spetta ad ogni uomo”.

Savino Monterisi

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