Sesso, botte e minacce alla convivente. A giudizio 51enne

La goccia che aveva fatto traboccare il vaso, riempito in nove anni di convivenza, era arrivata la sera di Natale di due anni fa, quando davanti alla tavola imbandita lui la prese a calci e pugni davanti ai figli minori, costringendo la donna ad un ricovero in ospedale e a una prognosi di venti giorni. E poi, da lì a qualche giorno, la sera di Capodanno, a fare le valigie di fretta e furia e fuggire a casa del fratello a Pescara per trovare riparo.

Con le accuse di maltrattamenti in famiglia continuati e lesioni aggravate, così, il giudice per le udienze preliminari del tribunale di Sulmona, Giuseppe Ferruccio, ha rinviato a giudizio Egidio Di Panfilo, cinquantuno anni di Sulmona. L’uomo, secondo l’accusa, avrebbe trasformato la vita della sua convivente, con cui aveva avuto anche un figlio, in un vero e proprio inferno. Un inferno durato nove anni, da quando cioè nel settembre del 2008 la picchiò sul letto, quasi a strangolarla, in presenza del figlio. Inaugurando così una serie di vessazioni costanti e accentuatesi a partire dal maggio del 2017, quando la donna decise di tornare per un periodo in Romania, di dove è originaria, per riorganizzare le idee e la sua vita e in occasione della quale Di Panfilo, dopo aver disfatto le valigie sul letto furiosamente, denunciò la sua convivente per sottrazione di minore e per aver eseguito illecitamente dei prelievi bancomat.

Di Panfilo, secondo gli inquirenti, non si sarebbe fatto scrupolo di picchiare ripetutamente la sua donna davanti ai figli minori, ma anche in pubblico: spesso per futili motivi, ma con una furia cieca. E, anzi, anche quando lei scoprì una relazione che il suo uomo aveva con un’altra donna.

Non solo: secondo quanto sostiene l’accusa, l’uomo avrebbe costretto la sua compagna ad assecondarlo sessualmente, minacciandola di cacciare di casa lei e il figlio di primo letto, e di portarsi via l’altro figlio avuto in comune.

Un incubo al quale la donna non aveva avuto il coraggio e la forza di opporsi, temendo per il futuro dei figli e per le sue condizioni economiche, tanto più che per quasi nove anni Di Panfilo le avrebbe tagliato di fatto i viveri, passandole appena i soldi per comprare il cibo per casa.

Poi il ricovero in ospedale e il percorso protetto, con la denuncia e il rinvio a giudizio. La prima udienza è fissata al prossimo 4 febbraio.

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