E’ una storia di 60 anni di violenza e soprusi quella che ha portato alla condanna di Speranza Santilli a tre anni di reclusione. L’uomo, 91enne di Castelvecchio, è stato condannato questa mattina dal Tribunale di Sulmona per i maltrattamenti ai danni della ex moglie, oggi 82enne. Una sentenza che scaturisce dagli atti lesivi, le minacce e le offese alla dignità della donna, che avrebbero raggiunto l’apice l’8 marzo del 2019. Nella Giornata internazionale della Donna, Santilli avrebbe colpito ripetutamente l’ex compagna, fino a provocargli numerose escoriazioni sul volto.
Una vita trascorsa insieme, iniziata con le nozze nel 1960, con dei contorni raccapriccianti. Una vita coniugale nella quale la donna avrebbe subito le angherie del marito sotto gli occhi attoniti dei tre figli. Non una consorte, bensì un oggetto di proprietà da minacciare e disprezzare. Oggi la condanna da parte del giudice monocratico del Tribunale di Sulmona, Francesca Pinacchio, che ha fatto luce su ciò che si celava dietro quelle nozze di diamante.
Una sentenza che sa di paradosso, arrivata a tre giorni dalla Giornata della Donna. Niente mimose, ma solo un altro caso di violenza di genere da mettere nero su bianco. Un’altra storia che si aggiunge alle tante (troppe) dell’Abruzzo e, più in generale, del comprensorio peligno. Solo il tribunale di Sulmona nel 2023 ha avuto circa 50 sopravvenienze di cause legate alla violenza di genere e ne ha definite una settantina. Sempre nel capoluogo peligno, nel 2023, sono undici i provvedimenti presi: 8 divieti di avvicinamento e 3 arresti.
Dati horror che si sommano con quelli dell’Abruzzo, che lo scorso hanno ha vestito la maglia nera di femminicidi in relazione alla popolazione: 5 casi. Lo 0,77%, il tasso più alto di tutta la penisola italiana.
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