E’ una crepa che si apre su una diga la decisione del Comune di Prezza di fare una gara per l’affidamento del servizio di raccolta e smaltimento rifiuti, rinunciando all’affidamento in house al Cogesa, società pubblica i cui soci sono i Comuni, compreso appunto quello di Prezza.
Una decisione non nuova, in verità, perché la stessa cosa aveva fatto a suo tempo anche il Comune di Pratola Peligna, anche se, al tempo, quando venne affidato alla Diodoro Ecologica, Pratola era stata costretta a fare la gara perché il servizio era oltre i 200mila euro e perché non era ancora passato il referendum che eliminava questo obbligo di gara per i servizi.
Ma il retrogusto politico, in questo caso, sembra esserci tutto, se non altro perché il sindaco di Prezza, Marianna Scoccia, è anche la moglie dell’assessore regionale Andrea Gerosolimo: è la stessa Scoccia, d’altronde, a definire l’attacco dei sindacati “un chiaro attacco politico”.
La gara ha portato così ad aggiudicarsi l’appalto la Ecogreen, azienda di Campobasso che il mese scorso ha vinto il bando con un ribasso di 4mila euro, fissando il costo del servizio a 87mila euro, rispetto ai 91mila che richiedeva il Cogesa.
E’ una crepa politica, più che economica, perché la scelta di Prezza potrebbe portarsi dietro altri Comuni, compreso quello di Sulmona, il cui conferimento e affidamento del servizio conta oltre la metà del bilancio della società pubblica di Noce Mattei e perché, lo stesso affidamento in house, siglato dall’amministrazione Ranalli, è sotto la spada di Damocle della sentenza del Consiglio di Stato che dovrebbe pronunciarsi a metà giugno.
La posizione del sindaco di Sulmona, Annamaria Casini, d’altronde, è stata chiarita pubblicamente proprio ieri sul suo profilo Facebook, con un post (in cui si dice furiosa) a commento del comunicato con cui i sindacati stigmatizzavano l’abbandono della società pubblica da parte del Comune di Prezza.
“Di questi tempi va di moda la delegittimazione e la strumentalizzazione. Trovo veramente grave che soggetti collettivi pagati dai lavoratori, non Anac o Corte dei Conti – scrive la Casini -, attacchino comportamenti legittimi di un Amministratore eletto dai cittadini, che ha la responsabilità di fare scelte nel pieno delle proprie prerogative e le fa con regolari gare d’appalto con l’obiettivo di dare il miglior servizio al minor prezzo (bisogna saper stare sul mercato). Una volta venivi accusato del contrario… Mi chiedo se questo Paese voglia davvero cambiare…”.
Parole che lasciano intuire che anche Sulmona si metterà sul mercato, pronta a cambiare, tanto più se il Consiglio di Stato dovesse annullare l’affidamento in house fatto quasi tre anni fa.
Vale solo la pena sottolineare, dal punto di vista occupazionale, che la Ecogreen non ha ancora riassorbito, come previsto dalla clausola di salvaguardia, il lavoratore impegnato a Prezza. Vale sottolinearlo, perché nel caso di Sulmona i numeri sarebbero ben diversi.
Questo alla vigilia, la prossima settimana, della riunione operativa tra Comune di Sulmona e Cogesa che dovrebbe definire i tempi di attivazione su tutto il territorio della raccolta porta a porta e, soprattutto, alla vigilia dell’assemblea dei soci, che si preannuncia infuocata, che si terrà entro la fine di giugno per l’approvazione del consuntivo 2016.
Commenta per primo! "Servizio rifiuti, il caso Prezza apre la guerra nel Cogesa"