La portata del danno è ancora tutta da calcolare ed è un danno che tocca il portafoglio delle famiglie, la salute della fasce più deboli e non da ultimi i bilanci delle cooperative sociali che prestano il servizio e che, verosimilmente, già dalla prossima verifica vedranno crollare ore di lavoro e di assistenza.
Sono gli effetti incontrollati dell’applicazione, a partire dal primo luglio scorso, delle tariffe di compartecipazione ai servizi sociali che l’Ecad 4, quelli che prima erano gli ambiti sociali di Sulmona e della Comunità montana peligna, ha applicato senza alcuna mediazione politica, facendo di fatto lievitare i costi dell’assistenza per alcuni utenti fino a sette volte quello che pagavano.
Lì dove, in altre città, si è deciso un tetto per la compartecipazione delle famiglie (a Teramo ad esempio al massimo 5 euro), a Sulmona e nell’Ecad 4, si è optato invece per scaricare sull’utenza tutto il peso della tariffa (nel frattempo lievitata a seguito della nuova gara).
Nella sostanza lì dove prima non si pagava o si pagavano tariffe irrisorie, dal primo luglio si paga in modo proporzionale al reddito (con quelli sotto gli 8mila euro di Isee esenti) fino a 22,90 euro al giorno per i malati di Alzheimer (prima gratuiti) e fino a 22,50 euro a ora per i disabili (che prima pagavano 3 euro) o per gli anziani (che versavano 6 euro), che moltiplicato per sette ore settimanali fa una cifra che pesa. A questo si aggiunga anche il pagamento del servizio di trasporto disabili (prima gratuito) che oggi potrebbe arrivare a costare anche 8 euro a corsa.
Una situazione che per molte famiglie è insostenibile, tanto da dover costringere le stesse a ridurre le ore di assistenza, con un danno enorme per i pazienti e specie per quelle patologie dove la continuità è essenziale agli effetti della cura. Una rinuncia parziale o totale al servizio che ad oggi non è quantificabile ancora, ma che di certo farà sentire i suoi effetti anche sulle cooperative sociali che perderanno lavoro o con la trasformazione del servizio in servizio a nero.
Dopo lunghe anticamere l’altro giorno alcuni utenti sono stati ricevuti finalmente dal sindaco Casini che si è detta all’oscuro di quanto nei fatti è già accaduto.
Come una Alice qualsiasi nel paese delle meraviglie, un paese dove, a differenza di altrove, sulle politiche sociali non si è fatta alcuna scelta, lasciando che le linee guida diventassero un vangelo e che gli utenti si ritrovassero, soli, a pagare penitenza.
Tanto più che la Regione, dopo l’introduzione della compartecipazione, aveva stanziato 6 milioni di euro da distribuire ai Comuni per evitare proprio che a mettere mano al portafogli e rivoluzionare la propria vita fossero alla fine gli utenti.
vergognoso lo trovo vergognoso un aumento cosi sproporzionato, spero che il mio sindaco riveda questa decisione. molti voti vengono dal sociale signor sindaco spero non mi faccia pentire di ciò, spero nel suo intervento . un suo elettore .
la sindaca conosce perfettamente “il sociale”,anzi,solo sociale,un paio di progetti naturalmente su indicazione politica,a carico dei contribuenti…” all’oscuro ” Pazienti e Famigliari”,non la signora in questione,coop di riferimento,e amici,tutti pronti a raccogliere i frutti, nuove opportunita’ per i politici…sveglia,basta torpore,tutti i sofferenti di patologie con relativi Famigliari dinanzi al Comune per protestare…ci sono i denari per l’ex comunita’ montana ,canile,feste,sagre,,statue,percorsi virtuosi,ecc,ecc un continuo sperpero di denaro pubblico,ma non ci sono per le persone bisognose,meglio di cui i Diritti stabiliti dalla Costituzione e disposizioni di Legge…all’oscuro di che?