Senza pediatra e senza distretto, il calvario delle mamme subequane

E’ andata peggio di quanto pure era stato pronosticato: il nuovo anno non solo ha tolto il servizio pediatrico alla Valle Subequana, ma ha regalato, per iniziare, anche un beffa su cui, tuttavia, le mamme delle zone interne hanno ben poco da ridere.
Ieri, infatti, primo giorno utile per cambiare pediatra o meglio trovarne uno dopo il pensionamento dei due dei sette in servizio sull’ambito territoriale (tra cui l’unico che serviva la Valle Subequana), i residenti della Valle Subequana hanno trovato le porte del distretto sanitario di Castelvecchio (dove si fa il passaggio) chiuse. Non meglio specificati “motivi di carattere tecnico-logistico” annunciavano la chiusura su un cartello affisso all’ingresso: non una spiegazione in più, né una indicazione su come fare a risolvere un problema che preoccupa e non poco le giovani mamme e i giovani padri della zona.
“Il distretto apre il martedì e il giovedì – racconta una mamma – e poiché martedì era festivo, in molti ci siamo recati ieri allo sportello. Il passaggio al nuovo pediatra che ci verrà assegnato se e dove sarà disponibile, è fondamentale per le famiglie con bimbi piccoli, specie in questo periodo di picco influenzale. Ma niente, dopo l’articolo del Germe, nessuno ci ha detto più niente. Ci hanno lasciati allo sbando, senza comunicazioni ufficiali e senza contattarci”.
Le mamme, così, hanno deciso di rivolgersi al tribunale per i diritti del malato, anche perché specie in periodi di tormenta e neve come questi, la possibilità di raggiungere Sulmona o se va bene Pratola, se va male addirittura Castel di Sangro, è oggettivamente compromessa.
“Qui su i pediatri non ci salgono con il bel tempo – continua la mamma – figuriamoci con la neve e ancor meno se non siamo neanche iscritti tra i loro pazienti”.
Perché nei fatti una bella fetta degli ottocento ragazzini che seguiva la pediatra andata in pensione il 31 dicembre, sono ad oggi senza copertura medica, compresi i ragazzini sotto i sei anni (circa 300) per i quali lo specialista è obbligatorio per legge.
“Martedì prossimo speriamo di trovare aperto, ci prepariamo ad una lunga fila per sapere quale deve essere il nostro destino – aggiunge l’utente – sperando che nel frattempo non ci siano emergenze”.

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