Più che ottenere la fiducia, la sindaca di Sulmona Annamaria Casini evita la sfiducia. Perché i numeri non le danno ragione, ma le consentono di andare avanti con il suo mandato. E’ finita 7 a 6, tra si e no, con 2 astenuti (la sindaca e la presidente del consiglio) e 2 assenze (Di Rienzo e Amori), infatti, il voto in Aula sulla mozione con cui l’opposizione voleva sfiduciarla. Una maggioranza relativa che non è sufficiente a mettere fine alla sindacatura (serviva la maggioranza assoluta di 9 voti), ma che la dice lunga sulla precarietà del governo cittadino da qui alla fine del mandato. Perché rispetto al governo di salute pubblica, quello di fine legislatura, “frutto di un accordo politico” ribadisce la sindaca, perde il sostegno, almeno formalmente, di Bruno Di Masci che, seppur con due assessori in giunta, annuncia e vota la sfiducia con i sei firmatari della mozione.
Una seduta di consiglio quella di oggi al calor bianco, con momenti di tensione e tanto di sospensione per placare gli animi, dopo il durissimo attacco fatto dalla consigliera Elisabetta Bianchi che alla Casini ha dato della “menzognera, ridicola, in malafede, con l’ambizione di un sindaco di paese e senza posizionamento strategico in regione”.
Ma il duello più acceso è quello tra opposizioni e civici, quest’ultimi spiazzati dal chiarimento dato formalmente dal segretario comunale in Aula sui tempi per andare al voto a maggio, tempi che, se la mozione fosse passata, sarebbero stati comunque rispettati. Senza più copione (“ormai è tardi”), cominciato a recitare sin dall’esordio in Aula, così, la maggioranza è costretta ad arrampicarsi sugli specchi, dovendo ammettere formalmente, per voce del consigliere Franco Di Rocco, “di aver tentato in tutti i modi di trovare la nona firma tra l’opposizione per mandare a casa il sindaco” e dall’altra di dover giustificare, ora, il sostegno a questo nuovo strano governo cittadino, maturato al termine di una crisi i cui contorni continuano a rimanere misteriosi.
Per il resto la sindaca presenta il suo nuovo esecutivo e la solita lista delle cose da fare, che poi sono sempre le stesse da quasi quattro anni. Perché poi al di là dei posizionamenti (la Bianchi e Tirabassi fanno il gruppo di Fratelli d’Italia, Santilli abbandona Sulmona al Centro e Di Masci divorzia ufficialmente da Di Rienzo, ma non dalla Fauci che però vota diversamente dal suo capogruppo Di Masci), quel che interessa ai cittadini sono i risultati amministrativi. La Casini con il suo esecutivo avrà, forse, quindici mesi ancora per portarne qualcuno nel suo curriculum.
Al peggio non c’è mai fine , anche le minacce in pratolano. Cose mai viste prima .addio Sulmona.
stipendiopoli poltronopoli appaltopoli questo interessa ……la citta’muore e oggi giovedi grasso inizia carnevale