Se è vero che le condanne sono state tutte annullate causa prescrizione, per la mega discarica di Bussi quella pubblicata ieri dalla Cassazione rappresenta una sentenza storica. Le motivazioni le analizza l’avvocato Cristina Gerardis che, per conto della presidenza del Consiglio dei ministri, del ministero dell’Ambiente, Regione Abruzzo e per il commissario delegato bacino Aterno-Pescara, segue da dieci anni l’intera vicenda. La Gerardis, in particolare, ne ha elencate quattro che in un futuro potrebbero diventare strumento per “pretendere” la bonifica della discarica, che poi è questa la preoccupazione.
A partire dal fatto che il reato di avvelenamento “protegge dalle aggressioni dell’uomo anche le acque di falda, quelle sotterranee, non visibili agli occhi, ma essenziali per l’approvvigionamento idrico”; il secondo è la definizione, per il disastro ambientale, di “accadimento macroscopico, dirompente e caratterizzato per il fatto di recare con sé una rilevante possibilità di danno alla vita o all’incolumità di un numero non individuabile di persone”, in un luogo in cui la Montedison è stata attiva per mezzo secolo “esercitando l’industria- fa sapere Gerardis-, con il solito inaccettabile scambio tra lavoro e salute, tra denaro e ambiente”. La terza motivazione ha sollevato il punto che il reato ambientale può aversi anche “non facendo”, ossia attuando azioni per non creare allarmismo come, ad esempio, “minimizzando la gravità della situazione, falsando i dati per tranquillizzare la gente, dando indicazioni di “non spaventare chi non sa”. Ultimo punto è che già negli anni ’60 e ’70 esistevano norme a tutela delle acque “dall’inquinamento e le stesse matrici ambientali”.
Per il Forum H2o le motivazioni “sono un ulteriore sprone per andare avanti verso la bonifica”. “Questa sentenza – si legge nella nota dell’associazione- conferma in gran parte l’impianto originale dato agli inquirenti nel 2007. È un ulteriore riconoscimento, quindi, per le intuizioni investigative del compianto comandante Conti e per la lotta dei cittadini per la qualità dell’acqua in Val Pescara”. “Avevamo detto di aspettare le motivazioni della Cassazione ai fini di un eventuale procedimento civile. Ci sono anche passaggi molto interessanti sulle attività di bonifica e sulle azioni di rimedio che dovevano essere implementate da tempo; a nostro avviso vanno approfonditi e valorizzati nelle diverse sedi”.
La giustizia italiana è scandalosamente lenta. Lentissima. Le condanne sono tutte prescritte.il generale Guido Conte, che scopri e denunciò il mega inquinamento, ha avuto ragione post mortem.
C’è poco da festeggiare.