La Valle Subequana perde un altro punto di ritrovo e di aggregazione sociale.
La Dolce Vita, pub di Secinaro, ha chiuso i battenti con l’ultima serata che si è tenuta il 5 gennaio scorso tra la commozione e il dispiacere generale dei clienti più affezionati.
“Un’avventura”, come la definisce la titolare Dolores La Rocca, cominciata “per gioco” dodici anni fa e che negli anni si è rivelata una scelta di successo, grazie alla passione per questo lavoro dei due coniugi proprietari.
Un percorso iniziato l’8 dicembre del 2012 che ha visto un susseguirsi di tantissime serate di ogni genere, che hanno portato centinaia di persone nel paese ai piedi del Sirente.
Dolores racconta come la decisione sia dettata da motivazioni personali, data la “stanchezza mia e di mio marito, abbiamo entrambi i figli che vivono fuori e portare avanti l’attività da soli stava diventando faticoso”.
“L’ultimo anno è stato il più difficile dal punto di vista economico, con un calo del 20% che non è da poco per la nostra zona. Purtroppo il bacino di utenza giovanile non c’è più, i ragazzi vanno a studiare fuori, tornano sempre meno al paese e manca il ricambio generazionale”.
Un’utenza che negli anni di massima attività del locale era ben diversa da quella attuale, dove “i coetanei dei nostri figli erano più numerosi e permettevano al locale di vivere e poter organizzare sempre serate diverse, dalle cover alla serata burlesque, il Cervellone, la cena con delitto e poter chiamare ospiti famosi della televisione, un unicum per la vallata”.
E non sono servite le sue rinomate pinse a sostenere i sempre più pesanti costi di gestione.
La Dolce Vita era anche un appoggio sicuro per i bed and breakfast di Secinaro e dei centri limitrofi come Gagliano Aterno e Goriano Valli, l’unico punto in grado di riuscire ad offrire la cena, anche all’ultimo istante, a chi pernotta negli alloggi.
Non è la prima attività a chiudere a Secinaro e nella Valle Subequana negli ultimi anni, dove un’esperienza piena di divertimento e vitalità come quella raccontata da Dolores si scontra con un pesante calo demografico, specie di giovani. A Secinaro rimane soltanto La Botteguccia, bar e alimentari, più che un locale di aggregazione.
Le alternative per i giovani del paese sono il Circolo Arcigallo, a Gagliano Aterno, oppure il bar Komodo a Castelvecchio Subequo.
Una realtà simile è condivisa da Molina Aterno, dove da anni ormai il paese non ha più un bar o altri locali, ad eccezione del bar La Stazione, distante un chilometro dalla zona centrale del paese.
I giovani sono numericamente sempre meno, i locali nei paesi chiudono, lasciando i centri della Valle Subequana sempre meno vivi.
Francesco Nobile
Questa vicenda ci da “il metro” della situazione di tante località abbandonate a se stesse nonostante le tante attrazioni ambientali ( Grotte di Stiffe, Superaequum etc) storiche e archeologiche… ben illustrate su MOVEO dalla giornalista Emma Barbaro….Che fare dunque ? Il treno storico sulla TRENSIBERIANA d’Abruzzo è un virtuoso esempio che ha solleticato l’inventiva di molti “attori resileinti” lungo il tragitto di una linea FS abbandonata; esperienza che potrebbe essere da sprone ad altri “attori resilienti” di questa miniera inesplorata….
Questo scrivevo qualche tempo fa circa i gioellini dell’Abruzzo interno, da proteggere anche con spese “inutili” come quelle che all’inizio erano considerate quelle che la Fondazione FS si accollò e che ora stanno facendo rivivere antichi splendori a territori che “la politica” con la p minuscola aveva abbandonato….
Ecco….quest’ultima chiusura auguriamoci che sia la scintilla per nascita di iniziative tipo….. TRANSIBERIANA della cultura e …..
Si riporta….parte del CITATO vecchio commento:
“”””…complimenti per la prosa ma questo suo eloquio stride con la realtà, almeno trentennale, del vivere quotidiano di questi “gioellini” privati di tutto e anche del treno…in agosto addirittura sulla Sulmona L’Aquila scompaino e senza colpo ferire e o “grida manzoniane”. Ricordo a me prima che a Lei che questo ” tesoro dell’Abruzzo” è stato privato di tutto e di più e non solo della fermata dei treni TUA, azienda REGIONALE non romana, e Lei e altri ANTIBRETELLA dove eravate a svernare quando i Subequani e o i pendolari peligni restavano a piediin Agosto come in tutte le domeniche dell’anno ?
Comunque resta il fatto che mentre nell’Abruzzo ferroviario in ogni dove si creano nuove fermate, nel già consunto/spopolato territorio montano si grida allo scandalo; paro paro come successe all’inizio dell’avventura del treno sulla siberiana sangrina….treno che a oggi, si dice, porti oltre 15000 “portamonete” ad aprirsi e spendere soldi fra Sulmona e l’alto Sangro…..e questo grazie non ai famosi no degli amanti della natura….di quella natura che se incontaminata dall’uomo (spopolata) per loro sarebbe ancora meglio.””””