“L’albero è vita e merita sempre un abbraccio. Se decidete di abbatterlo, mi piacerebbe ricavarne una scultura che gli dia nuova vita e testimoni riconoscenza per quello che ha dato”. Insomma se il taglio proprio si deve fare allora perchè non trasformarlo in arte. A lanciare la proposta è lo scultore raianese Marco Di Iorio, ben noto per l’opera, ispirata alle Metamorfosi di Ovidio, di piazza Capograssi. Lui, che il legno lo accarezza e ne ricava forme e senso con la motosega, lancia oggi questo messaggio dalla sua pagina Facebook riferendosi a quei due pini di piazza del Carmine a Sulmona che, l’amministrazione ha deciso, dovranno lasciare spazio al nulla.
Taglio che doveva essere effettuato questa mattina, ma congelato per capire le ragioni del sit in dell’altro giorno organizzato con un passaparola tra i cittadini più sensibili. Un cordone umano attorno al cantiere che, però, non fa cambiare idea all’amministrazione che si, ha preso del tempo, ma è ben determinata a continuare con il rifacimento previsto nell’area. Le autorizzazioni, le carte sono in ordine. Non si torna indietro.
L’idea di sostituire ad esseri viventi arte di certo quieta un po’ gli animi e rabbonisce qualcuno. Nei fatti due pini, che tutto sembrano tranne che pericolanti, spariranno presto dalla visuale di piazza Garibaldi. E poco importano le esigenze di chi sotto quegli alberi si è riparato dalla calura estiva, gli anziani e i bambini che ne hanno fatto un luogo di ritrovo, i turisti anche. Nonostante l’amministrazione stia prendendo tempo restano le intenzioni, il dialogo sembra non aprirsi.
L’alternativa artistica sarà così sponsorizzata direttamente tramite un manifesto da affiggere sull’area del cantiere lì dove Di Iorio vorrebbe continuare a tramandare le gesta di alberi che, tanti lo dimenticano, contribuiscono ad una vita più salutare sulla Terra, a Sulmona, assorbendo quella anidride carbonica tanto pericolosa per i cambiamenti climatici. Discorsi universali per episodi provinciali dove le esigenze reali scivolano via tra carte, burocrazia e proclami.
Chissà se l’arte ci salverà.
Simona Pace
Quegli alberi non danno fastidio a nessuno- Sono, invece, un abbellimento e danno ombra a coloro che si siedono alle panchine sottostanti, per lo più anziani. Perché tagliarli? Qual è la motivazione? Pensate alle cose serie, invece.
Qualcuno ci deve spiegare come in Piazza Capograssi sia stato possibile porre opere con stili totalmente diversi tra loro. Il simbolo 2000 a mo’ di catena in acciaio (stile moderno) e sculture in legno, stile imho idoneo più per un paese di montagna che non è Sulmona.