Con l’affidamento della direzione lavori all’ingegner Gianfranco Di Cesare, questa volta sembra essere quella buona per la scuola Luciana Masciangioli. Dopo anni di attesa e ricorsi, errori nelle gare e impedimenti tecnici, infatti, martedì prossimo il cantiere da circa 3,8 milioni di euro per la messa in sicurezza della scuola di via Mazzini dovrebbe materialmente aprire.
Meno di un anno il tempo di realizzazione, con l’obiettivo di riaprire i cancelli dell’edificio, chiuso dopo il terremoto del 2016, già a gennaio del 2020.
Dai tempi della riconsegna dipenderà anche il resto dei cantieri delle scuole in attesa. Il problema principale, infatti, ad oggi è quello di dislocare gli studenti in sedi temporanee in grado di far eseguire i lavori nei diversi edifici in modo sicuro e rapido.
Così, in attesa di un valido assetto logistico, si trovano ad esempio i cantieri delle scuole Capograssi e quelli delle scuole Serafini. Pronti a partire, nei fatti, ma impossibilitati a farlo perché non si sa dove mettere gli studenti.
Con la riconsegna del cantiere della Masciangioli si aprirebbe nei fatti un’autostrada di possibilità: innanzitutto si libereranno i Musp (per i quali il Comune continua a pagare affitti considerevoli) dove sono attualmente ospitati proprio i ragazzi della Masciangioli, ma soprattutto si libereranno spazi notevoli nella stessa scuola che, rispetto ai suoi circa 300 studenti, è sovradimensionata. Alle Masciangioli, ad esempio, potrebbero trasferirsi subito almeno una parte degli alunni della Capograssi (le due scuole appartengono allo stesso circolo didattico) e ancora nei Musp potrebbero andare quelli della Serafini.
Intanto la giunta comunale ha approvato anche il progetto esecutivo per la scuola primaria Lola Di Stefano: 2,2 milioni di euro circa, che serviranno a mettere lo stabile, al centro di numerosi rilievi e limitazioni, in sicurezza.
Restano infine da sistemare gli studenti della Lombardo-Radice, da tre anni quasi trasferiti “momentaneamente nell’ex capannone della Croce Rossa. Anche qui dopo il via libera del ministero alla demolizione e ricostruzione, i lavori, che non sono vincolati ad una sistemazione alternativa essendo la sede di via Togliatti già chiusa, potrebbero partire subito. Burocrazia permettendo.
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