Scuole senza pace, “fuori” dai Musp il 23 ottobre

La data dell’ultima campanella è fissata prima che suoni la prima: il 23 ottobre gli studenti della Masciangioli e della Collodi che occupano dal dicembre scorso i Musp dovranno sloggiare. A meno di proroghe ulteriori che, in realtà, non sarebbero consentite dalla legge.
Ma tant’è: soluzioni alternative il Comune le ha indicate, ma con altrettanta onestà sa che sono soluzioni difficilmente definibili in poco più di un mese e mezzo.
Insomma l’indicazione delle strutture alternative (il Centro celestiniano di via Matteotti e il Polo di Santa Caterina, il primo occupato ancora fuori contratto dall’omonimo Consorzio, il secondo in attesa del taglio del nastro per diventare Casa Ovidio) è solo finalizzata a giustificare una proroga che, ancora una volta, è il frutto di una distrazione amministrativa che caratterizza la storia dei Musp sin dall’esordio. Quella distrazione, per intendersi, che ha fatto partire l’occupazione dei Musp da parte degli studenti solo a dicembre, mentre l’affitto viene pagato da settembre scorso (sarebbe curioso sapere cosa ne pensa la Corte dei Conti), tant’è che nella determina di proroga fatta dal Comune si mente sapendo di mentire quando si sostiene “che essi (i Musp, ndr) dal mese di settembre 2017 sono regolarmente utilizzati dagli alunni della scuola primaria Masciangioli e della scuola dell’infanzia Collodi”, salvo ammettere, qualche rigo prima, che i collaudi sono stati conclusi il 5 dicembre dello stesso anno.
A conti fatti i nove mesi di locazione per oltre 150mila euro, sono scaduti a giugno e solo ora è stata fatta una proroga di 3 mesi e 20 giorni (giusto per stare nei termini dei 40mila euro degli affidamenti diretti) che, calcolando i mesi di non utilizzo estivi (anche qui sarebbe interessante conoscere il parere della Corte dei Conti), fissano la deadline al 23 ottobre.
In pratica su 13 mesi di affitto pagati finora, ne sono stati fisicamente utilizzati solo 6.
La Algeco, la società che si aggiudicò a suo tempo l’appalto, d’altronde non ha acconsentito al riscatto delle strutture e, in fondo, non gli conviene proprio venderle, sapendo che il Comune ne ha ancora un gran bisogno e che in una eventuale prossima gara la sua posizione sarebbe di molto avvantaggiata, essendo i Musp già in loco.
Per il momento, quindi, incassa altri 47mila euro (Iva inclusa) e altrettanti ne incasserà probabilmente entro la fine dell’anno, ritenendo plausibile una ulteriore proroga, magari nelle famose more di una gara, di altri 3 mesi e 20 giorni.
“Stiamo monitorando tutti gli immobili di proprietà comunale – spiega l’assessore Nicola Angelucci – per recuperare spazi che comunque serviranno alla gestione dei tanti cantieri nelle scuole che sono in dirittura di arrivo (ovvero di partenza, ndr). La situazione è complessa, perché non bastano gli spazi, ma bisogna vedere se questi corrispondono ai criteri di sicurezza sismica e non previsti per le scuole, che sono diversi da quelli previsti per altre strutture. Penso, ad esempio, all’ex convento di Santa Caterina che dovrebbe essere adibito a museo, ma che nel frattempo potrebbe essere usato per le scuole. Faremo nei prossimi giorni le verifiche di sicurezza su questi edifici, per poi decidere”.
E tra una settimana i banchi dovrebbero essere già pieni di studenti.

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