Scuole inagibili e carenza di personale per il nuovo anno scolastico nella Provincia dell’Aquila

“Per il sedicesimo anno scolastico nella nostra provincia e in particolare nel Comune dell’Aquila, oltre 3500 bambini e bambine, ragazzi e ragazze, tornano negli ormai perenni MUSP post sismici, pensati per durare solo 5 anni, come se quindici anni, da quel maledetto 6 Aprile 2009, fossero passati invano”.

Questa la riflessione della FLC CGIL L’Aquila in occasione dell’avvio del nuovo anno scolastico che vedrà oggi molti studenti della nostra provincia tornare sui banchi di scuola. Ma solo pochi nelle proprie aule. Perché, come ricorda la sigla sindacale, “di tutte le scuole di competenza comunale solo 3 sono state riconsegnate alle scolaresche. Il resto è un fumoso piano di ricostruzione”; nel capoluogo abruzzese come negli altri comuni della provincia.

A partire da Sulmona dove “studenti e studentesse condividono lo spazio con il CIM; dove la tanto decantata riapertura dello storico Liceo Classico in piazza XX settembre, davanti alla statua di Ovidio, si allontana di anno in anno e dove non si riesce a trovare un luogo che ospiti degnamente il CTP n 3 della provincia dell’Aquila”. Eppure, sottolinea la FLC CGIL, è proprio in un’area soggetta a forte spopolamento come quella della Valle Peligna che un CTP ben funzionante potrebbe “contribuire ad evitare una probabile desertificazione”. Obiettivo che sembrava condiviso anche dall’amministrazione comunale che, ricorda il sindacato, “poco più di anno fa” in persona del vice sindaco illustrava “un mirabolante piano di ricostruzione proprio mentre ragionavamo di strategie per evitare la soppressione dello storico istituto Serafini – Di Stefano”. Soppressione di fatto avvenuta con l’accorpamento, sul piano amministrativo, all’istituto “Lombardo – Radice – Ovidio”, effetto del dimensionamento scolastico che “non ha trovato la resistenza che avrebbe meritato da parte della politica su tutto il territorio provinciale”.

Del resto la situazione non è migliore nemmeno nel circondario marsicano dove i “Comuni non ce la fanno più” e l’edilizia scolastica è ferma. Da Pescina dove l’istituto “Fontamara” è da anni ospite presso la Procura della Repubblica a Luco dei Marsi con la mai ricostruita scuola dell’infanzia dell’IC “Silone” ospite a sua volta della scuola primaria.

A distinguersi il comune di Avezzano, l’unico dei tre centri maggiori della provincia a restituire alla cittadinanza “edifici belli, innovativi e sicuri” come migliore sembra la situazione anche in Alto Sangro. Qui però il discorso è diverso perché, si legge nel comunicato, dalla perdita di autonomia scolastica per effetto del dimensionamento scolastico “all’aumento sconsiderato del trasporto pubblico regionale” molti studenti di Roccaraso e Castel di Sangro viaggiano quotidianamente per raggiungere la sede scolastica con enormi difficoltà per le famiglie. Un problema in realtà sentito in tutto il territorio provinciale dal momento che gli istituti superiori sono concentrati nei quattro centri di Sulmona, Avezzano, Castel di Sangro e L’Aquila. Con il capoluogo di provincia che sconta gli effetti della scelta dell’attuale sindaco di non ricostruire nel centro storico; una scelta che per il sindacato ha avuto “il doppio effetto di “saturare le periferie e allontanare la cittadinanza dal centro gentrificato, insicuro e solo per pochi”. Una città che ha visto ricostruire solo le scuole private e religiose mentre per gli edifici scolastici delle scuole secondarie di II grado solo “azioni random che non qualificano edifici non più attuali, incapienti e spesso, poco sicuri, con indici di vulnerabilità ben sotto la norma”.

Tutto ciò, conclude la FLC CGIL non è altro che “specchio di un Paese che ha smarrito il dettato costituzionale”, dimenticando quanto previsto dall’articolo 3 della Carta che allo Stato impone di “rimuovere gli ostacoli alla crescita dei propri cittadini e delle proprie cittadine”. E se, “l’edilizia, Il costo dei trasporti, il costo dei libri di testo, il caos amministrativo e di reclutamento e l’enorme precariato che caratterizza il lavoro scolastico” continuano a rappresentare ostacoli difficili da rimuovere per fortuna, conclude il comunicato, “ci sono i lavoratori e le lavoratrici del sistema scolastico che oggi staranno sulla porta con il sorriso ad accogliere i bambini, le bambine, i ragazzi e le ragazze, in strutture fatiscenti e insicure”. Buon anno scolastico.

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