Pezzi di tetto e di persiane sparsi nel giardino, che chiamarlo giungla sarebbe più corretto. Il vecchio scivolo in legno abbandonato e ormai marcio e poi il cancello e le porte aperte, le reti di recinzione divelte e la scuola, di fatto, in balia di chiunque. Alcuni cittadini, tra cui la famiglia di Luciana Masciangioli, a cui la scuola è intitolata, hanno voluto toccare con mano questa mattina il degrado di un edifico che non riesce a trovare la via del cantiere, nonostante la gara da oltre 3 milioni di euro per adeguarlo sismicamente sia stata affidata formalmente ormai tre anni fa.
Da risolvere c’è ancora la questione delle riserve, un bel gruzzolo di soldi (circa 500mila euro) che la ditta appaltatrice ha richiesto per coprire gli aumenti dei prezzi che ci sono stati nel frattempo, nei tre anni cioè di attesa.
Gli uffici comunali stanno ancora valutando la richiesta, pesando le responsabilità dei ritardi e il costo delle materie prime; di certo però ci vorranno soldi aggiuntivi per far partire questo cantiere, soldi che in cassa al momento non ci sono, essendo il ribasso d’asta di appena l’1%: si e no 30mila euro.
Un’impasse dalla quale si spera prima o poi di uscire, anche perché all’apertura della Masciangioli sono legate le speranze per l’avvio dei lavori nelle altre scuole, a partire dalla Capograssi che dovrebbe aprire il cantiere a metà giugno e per la quale, però, ad oggi non c’è una sede alternativa.
Anche per questo il sindaco e l’assessore Tirimacco, questa mattina si sono recati negli uffici di Fossa: “La situazione rispetto al passato è cambiata – spiega Annamaria Casini – per questo abbiamo chiesto a Fossa di sostenere le spese per le sistemazioni provvisorie delle scuole in attesa che siano conclusi i cantieri. E’ stato un incontro interlocutorio, ora con gli uffici provvederemo a fare una ricognizione dei bisogni”.
Non è però solo una questione di soldi, piuttosto di strutture disponibili ed adeguate alla funzione da svolgere. L’avviso pubblico fatto per le Capograssi, ad esempio, scadrà il 9 maggio, ma a quanto pare non sembra proprio esserci la fila per le offerte, dati anche i requisiti stringenti richiesti.
Né è praticabile l’uso del plesso di Sant’Antonio, come qualcuno aveva fantasticato, perché l’edificio di via Mazzini ospiterà dal primo settembre l’istituto tecnico per ragionieri e geometri. Oggi stesso con l’approvazione del bilancio, la Provincia ha provveduto ad accantonare circa 100mila euro per l’affitto. Almeno l’Itcg tornerà a Sulmona.
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