L’appello dei presidi, dei medici, degli insegnanti, non è servito a far cambiare idea al governo che, sulla riapertura delle scuole, ha tracciato una linea netta: si torna in presenza da domani, comunque vada.
In quel comunque vada, in realtà, si può leggere facilmente la nuova strategia che si sta adottando nei confronti della pandemia, ovvero quella di farla diventare endemia.
“Imparare a convivere con il virus” è ora la frase più ricorrente nel mainstream: una posizione che muove da due elementi inoppugnabili e cioè da una parte l’impressionante impennata dei contagi che non è più gestibile e dall’altra la virulenza del virus che, specie nella sua ultima variante, ha fatto quello che tutti i virus fanno, cioè indebolirsi (pur moltiplicando la sua capacità di diffusione).
I dati scientifici veri e propri, basati cioè sull’osservazione statistica dei casi, non sono ancora sufficienti, ma la tendenza sembra essere quella: un minor impatto di ospedalizzazioni a fronte dell’alta percentuale dei positivi scovati, dovuta certo, e molto, anche all’efficacia del vaccino che riduce sensibilmente la gravità della malattia.
Anche in questo caso sono i numeri a certificarlo: in Abruzzo (come nel resto del Paese), come ha detto il presidente Marsilio, quasi l’80% dei ricoveri in terapia intensiva è costituita da persone non vaccinate e il restante 20% circa ha una vaccinazione parziale o se coperta presenta comunque co-patologie pregresse. Anche in area medica i ricoverati non vaccinati sono oltre il 50%. Considerando l’alta percentuale di vaccinati è evidente che l’efficacia del vaccino è quella che consentirà ora all’Italia di evitare nuove chiusure e di azzardare la strada dell’endemia. E’ una strada lastricata di pericoli, perché appunto non ci sono ancora dati scientificamente provati, ma a questo punto sembra l’unica possibile (a meno che non si voglia optare per un nuovo lockdown).
Anche perché, anche volendo, il sistema di prevenzione non è più in grado di dare assistenza ai positivi, figurarsi quello di fare contact tracing. Nell’area peligno-sangrina, per capire, si stanno ancora contattando i casi scovati a fine anno.
La riapertura delle scuole, quindi, è funzionale a questa nuova strada intrapresa silenziosamente, un “non detto” (non esplicitamente almeno) che muove anche dalle oggettive contraddizioni delle misure di contenimento (a partire dai green pass rafforzati).
Dopo la linea dura adottata dal governo (che ha impugnato ad esempio la decisione del governatore De Luca di chiudere per altre due settimane le scuole), la pressione è ricaduta nelle ultime quarantotto ore sulle spalle dei sindaci a cui in molti, tra gli addetti ai lavori, si sono rivolti per adottare ordinanze di chiusure.
Tra loro c’è chi ci sta pensando seriamente, come il sindaco di Scanno Giovanni Mastrogiovanni, chi invece ha una linea più prudente, come il sindaco di Sulmona Gianfranco Di Piero, e chi ancora non ci pensa proprio, come i sindaci di Pratola Peligna e Castel di Sangro Antonella Di Nino e Angelo Caruso.
“Comprendo i problemi anche organizzativi dei presidi – commenta il primo cittadino di Sulmona – e anche quelli del servizio prevenzione, ma chiudere le scuole vorrebbe dire adottare misure simili per tutte le attività. Perché, diciamocelo, probabilmente il contagio tra i ragazzi si diffonde più quando non sono a scuola che tra i banchi e il fatto che l’impennata ci sia stata durante le feste ne è la dimostrazione. Comunque è una decisione che noi sindaci possiamo prendere solo dopo aver consultato la Asl o il comitato scientifico, perché altrimenti non ci sono proprio i presupposti, date anche le chiare direttive del governo che concedono la discrezionalità alle Regioni solo se sono in zona rossa”.
L’ordinanza, i sindaci, ce l’hanno in realtà già pronta sul tavolo, nel caso i dati di oggi, a conclusione dello screening dedicato agli studenti, dia risultati allarmanti. Cosa che al momento non sembra essere, almeno in Centro Abruzzo, dove addirittura la media è al momento ben al di sotto di quella regionale.
Che poi i positivi in età scolare sono meno di quello che si possa pensare: su un totale, ad oggi, di 1423 casi nell’area peligno-sangrina, infatti, i positivi tra i 0 e i 18 anni sono 282 (il 19,8%) e quelli tra i 0 e gli 11 anni sono 110 (il 7,7%).
E’ certo probabile che tra una decina di giorni e anche meno, si cominceranno ad avere le prime quarantene, al netto delle misure più larghe adottate per gli studenti specie nelle scuole medie-superiori.
Ci aspettano almeno altri venti giorni di passione, insomma, a camminare sulla strada lastricata di pericoli, in attesa e nella speranza che il Covid diventi presto poco più di un’influenza stagionale, almeno per chi è vaccinato.
I sindaci si assumeranno sulle proprie coscienze le conseguenze delle loro scelte. Che dio, o chi per lui, li abbia in gloria.
Perché si dovrebbero chiudere le scuole e non i cinema, bar, ristoranti, palestre, chiese ed altri luoghi affollati considerato che il covid, per i vaccinati, è diventato poco meno che un’influenza?
Anzi, molti contatti stretti con terza dose, essendo asintomatici, neanche sono tenuti a sottoporsi a test.
Perché in chiesa non è richiesto nulla mentre per tutto il resto ci vuole il green cazz megagalattico?
Me li vedo i poliziotti a interrompere la messa per controllare che i fedeli abbiano il green pass!
Non vedo il problema, al ristorante come al bar o come in chiesa. Due pesi due misure
Perché solo in Italia c’è obbligo vaccinale e green pass? Che fine abbiamo fatto
Il green pass c’é in moltissimi paesi.
Beh da donna di scuola ,visti i dati allarmanti e non significativi,
mi aspetto che il neo eletto sindaco si assuma la responsabilità di chiudere di scuola che potrebbe divenire un ulteriore “infettificio”
A scuola si sta in 20/25 in in unico ambiente per 4/5 ore, si parla, si fa merenda e a volte si mangia ad una distanza al meglio di un metro (dove si può ! secondo le ultime disposizioni). Gli alunni non hanno l’obbligo di greenpass, vaccino, tampone o altro e la percentuale di vaccinati per i più piccoli è bassissima ! È un luogo sicuro, più di altri ?
Qualcuno si è posto il problema dei locali affollati di giovani senza mascherine e senza alcun controllo!
Ma vi siete mai fatta una passeggiata in corso Ovidio dove, di fronte all’Annunziata, durante il periodo festivo, bivacchiavano orde di ragazzi tra drink, baci ed abbracci.
Adesso vi ponete il problema della scuola come fonte di contagio. Apparite alquanto ridicoli!
Ma hanno la mascherina! Invece in palestra tutti ammassati con scambi di sudore e di liquidi e tutto rigorosamente senza maschera
Abdul, quanti contagi ci sono nelle palestre? Questa é la domanda. Non conosco la risposta, sia chiaro, ma qui non si devono fare questioni di principio. Si deve risolvere un problema. E va risolto dove si genera.
Di sicuro ci si contagia se non si indossa la mascherina. A scuola la si porta d’obbligo, in palestra no…
Vabbé ma c’é anche una ragione oggettiva. Fare attività fisica con la mascherina é impossibile. Tanto vale chiuderle, ma finché non c’é evidenza che siano centri di contagio statisticamente significativi, eviterei, a patto che chi entra abbia il super green pass. Ma capisco il tuo punto.
Qualcuno si è posto il problema dei locali affollati di giovani senza mascherine e senza alcun controllo!
Ma vi siete mai fatta una passeggiata in corso Ovidio dove, di fronte all’Annunziata, durante il periodo festivo, bivacchiavano orde di ragazzi tra drink, baci ed abbracci.
Adesso vi ponete il problema della scuola come fonte di contagio. Apparite alquanto ridicoli!
Se non volete chiudere per Covid chiudete per neve. Avezzano l’ha già fatto
Se non volete chiudere per Covid chiudete per neve. Avezzano l’ha già fatto.
Sulmona dorme.
Quanto ai Soloni che dissertano di scuola essendoci stati troppo poco o troppo tempo fa, sono i loro figli a dover stare 5 ore con una museruola in 25 in 50 mq. Châpeau!👏
Per chiudere per neve, ci deve essere la neve.
Quanto agli studenti, meglio con la mascherina in classe che da soli dietro a uno schermo.
Sarebbe ora che i genitori di oggi inizino a pensare al futuro dei figli, non a farli crescere come menomati.
*iniziassero
Perché ha fatto la neve a Sulmona? Ma jamm su.