Scuola, al via tra rovi e rose

Alla scuola materna Celidonio in via L’Aquila a Sulmona le maestre hanno le mani graffiate: in ottemperanza alle disposizioni ministeriali hanno cercato di recuperare quanti più spazi possibili all’aperto e così una parte della foresta (perché tutto il resto è e resta erbacce e immondizia), che doveva essere un giardino di pertinenza, è stata sfalciata dal Comune. Solo che gli addetti una volta passato il decespugliatore e tagliato qualche tronco d’albero, se ne sono andati: “Non è nostra competenza ripulire” hanno detto. E così le maestre si sono chinate a raccogliere le erbacce lasciate sul campo, con a mala pena un rastrello di metallo a disposizione. L’aiuto dei genitori non lo hanno neanche potuto chiedere, perché con questa storia del Covid la scuola è più di prima off limit agli estranei. Qualcuno, si narra, è andato “di nascosto” a dare una mano; perché poi su quella foresta sfalciata saranno comunque i loro figli a doverci stare. Anche se un graffio sulle gambe è poca cosa in confronto al rischio che bambini e meno bambini si apprestano ad affrontare in questo difficile rientro tra i banchi in tempo di Covid.


Dubbi e incertezze certo non mancano: dal ruolo dei pediatri e dei medici di base (alle prese con certificazioni di rientro bendate), a quello dei cosiddetti assistenti Covid che non tutti gli istituti hanno.
Le scuole della Valle Peligna hanno adottato tutte più o meno lo stesso protocollo, nell’ennesimo lavoro sotto traccia fatto da dirigenti, insegnanti e personale Ata. Spogliati i muri dai disegni, tolti i giochi e gli oggetti superflui, sanificati banchi, sedie e maniglie, le classi saranno divise in “bolle”: insiemi di ragazzi che non dovranno incontrarsi neanche per sbaglio, secondo il principio della riduzione del rischio. Se uscirà un positivo in classe, insomma, andrà in quarantena solo una “bolla” e non tutta la scuola, si spera.
Tra i più grandi c’è chi la bolla la farà virtuale: mezza classe in presenza, l’altra metà collegata dal pc. Che bisogna tenersi allenati con la tecnologia, tante volte tornasse un lockdown.


Non sarà un anno normale e non sarà un primo giorno di scuola normale, quello di oggi: al liceo Artistico di Sulmona ci sarà la polizia a distribuire materiale informativo sul Covid, a Pratola non ci sarà il tradizionale saluto della sindaca – rinviato di qualche giorno per permettere un ingresso più attento – gli ingressi saranno contingentati ovunque, niente saluti, abbracci e come stai prima di entrare, né caffè tra mamme ansiose dopo la campanella.
Eppure si ricomincia, bisogna ricominciare, per avere anche solo una parvenza di ritorno alla normalità, per ricordare e ricordarci che la scuola non è un orpello, un di più, né un aperitivo cenato a cui rinunciare. Con tutti i limiti e i problemi che ha.


Qualche buona notizia in questa incertezza generale quest’anno è arrivata: a Pratola la sindaca Antonella Di Nino risponde alle accuse della minoranza, assicurando che ci saranno regolarmente sala mensa e rientro in sicurezza; a Sulmona riapre i battenti la prima scuola post-sisma, la media Capograssi: un piccolo capolavoro di adeguamento sismico e cura estetica. I Musp sono stati finalmente archiviati e per le medie Serafini, trasferite nel plesso di Sant’Antonio, si intravede finalmente l’inizio lavori. Alla Lola Di Stefano quattro aule del primo piano e a Bagnaturo due sono diventate improvvisamente agibili (perchè il Covid uccide, il terremoto no). La Lombardo-Radice ha eliminato le aule corridoio e ha trasferito sei classi in un capannone industriale. Il liceo classico e l’Itcg invece, quelli, sono ancora chiusi e in alto mare. Ma i bus, dice l’assessore Zavarella, torneranno da oggi a viaggiare.
Sembra poco e forse lo è. Ma bisogna farselo bastare, perché questa campanella, la prima, non tutti avevano creduto potesse davvero suonare.

2 Commenti su "Scuola, al via tra rovi e rose"

  1. Bellissimo articolo… un passo alla volta…se ognuno farà la propria parte senza troppe polemiche e suggerendo soluzioni più adeguate per far funzionare al meglio questo sistema nuovo di didattica, i nostri ragazzi si daranno da fare ancora di più e con serenità.. diamogli il buon esempio e la possibilità di arricchirsi nella loro comunità scolastica. Buon anno scolastico a tutti🤩

    • Quale sarebbe la propria parte? Sottostare senza battere ciglio per aver schifosamente trasformato le scuole in campi di concentramento e se un bambino dovesse avere un misero raffreddore od altro come da sempre accade seguire tutte una serie di “ordini dittatoriali” pena non rientro a scuola o quarantena per tutti genitori in primis…. È solo una serie di abusi insensati a cui bisognava e bisogna ribellarsi invece di accettarli senza fiatare.

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