E’ andata anche peggio dell’ultima volta, quando alle regionali furono una sessantina su 105 convocati a rinunciare all’incarico. Oggi all’insediamento dei seggi per le elezioni europee a Sulmona si è andati vicini al tutto esaurito, nel senso che gli scrutatori sembrano essere esauriti.
Fare un calcolo preciso è difficile al momento, perché l’ufficio elettorale di Sulmona è riuscito a sostituirne solo 50 di quelli che non si sono presentati, gli altri li hanno dovuti rimediare presidenti e scrutatori facendo un frenetico giro di telefonate ad amici e parenti.
I 96 euro previsti come compenso per occuparsi dello scrutinio di una sola scheda, un giorno di lavoro, insomma, hanno fatto ancor meno gola dei 120 delle regionali.
Senza contare il senso civico, soprattutto quello, che sembra non essere più di casa a Sulmona.
Fino a qualche anno fa si litigava e ci si raccomandava per far parte degli scrutatori, con tanto di polemiche per la selezione che veniva fatta (prima) direttamente dalla commissione elettorale, tanto da costringere il Comune a procedere poi con il sorteggio.
E a nulla è servita la decisione del sindaco Casini di fare un’ordinanza per accendere i termosifoni, tante volte qualcuno soffrisse il freddo anche a fine maggio.
I ragazzi, soprattutto loro, non sono interessati a guadagnarsi una paio di cene fuori, né a contribuire all’esercizio della democrazia. Un segno dei tempi, chissà, tempi di troppe comodità e del tutto è dovuto.
Ricordo che quando c’era il PCI, la gran parte degli scrutatori segnalati dal patito versavano una parte della retribuzione al partito.
Qualcuno, fra i quali il sottoscritto , consegnava l’intero compenso al PCI.
Era il tempo delle ideologie e dei sogni!