Avevano detto di esser caduti dal pero, di non sapere nulla del commissariamento del circolo, ma a smentire Di Masci e i dimasciani è un comunicato, lapidario, della segreteria regionale che spiega come la decisione di “voler restituire una linea politica chiara al Pd di Sulmona” sia stata comunicata al segretario Sergio Dante già dal 28 marzo scorso e che l’atto definitivo, in attesa del parere del collegio di garanzia, era già arrivato il 13 aprile.
Ma è la risposta, dura, dei dirigenti dimissionari a sancire definitivamente la spaccatura all’interno dei Democratici di Sulmona dopo una conferenza stampa “incentrata sule offese del consiglieri Di Masci nei confronti dei segretari Provinciali e Regionali, romanzando su storie che di fatto non hanno nulla di fondato e non interessano la problematica locale ma utili per buttare il tutto in caciara e gettare fango su persone colpevoli sicuramente di lesa maestà”.
I cinque dimissionari ricordano come le indicazioni del direttivo erano quelle di fare una giunta di salute pubblica allargata alle altre componenti dell’opposizione e con assessori super partes e tecnici, non un mandato a stringere un accordo salva-Casini in versione gerosolimiana, tanto più, ricordano i cinque dimissionari che “il sindaco di Sulmona, il 4 febbraio 2019, si schierò apertamente a favore del candidato di centro destra sen. Marsilio, mettendo di fatto in crisi la sua maggioranza”.
Un atto politico, dunque, a cui segue un affondo sugli effetti deleteri di questa decisione presa dai tre consiglieri: “La conferenza stampa – scrivono i dimissionari – poteva anche essere un momento utile per aggiornare i cittadini sui mirabolanti risultati ottenuti dalla loro entrata in maggioranza, dove avranno lasciato la bacchetta magica con la quale in 3 mesi avrebbero rivoltato il Comune? Potevano spiegarci il silenzio su lavori pubblici dalla dubbia utilità che stanno cambiando il volto della nostra città, magari raccontarci di questo grande sforzo (per la sindaca millantato) nella rimozione di una transenna, il punto sulla riorganizzazione della macchina amministrativa per cui ricordiamo che in campagna elettorale si mostravano delibere già pronte per riorganizzare i settori e tutta la struttura comunale, magari spiegarci questa strana tesi per cui dopo aver dato 2 assessori e garantito il voto di fiducia si sentono ancora forza di minoranza tanto da battibeccare per la poltrona da usare in consiglio”.
Insomma non sembrano esserci spazi per la mediazione e lo scontro nel Pd locale è destinato ad esiti inattesi. Non esclusa l’espulsione dal partito dei tre consiglieri.
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