Scatole di cartone: arriva l’ordinanza di trasferimento per i rifugiati ucraini

Non è servito l’appello al Presidente della Repubblica, né a quello del Consiglio dei ministri, né a quello della Regione. Non sono servite le raccolte di firme fatte nelle scuole, né la richiesta delle società sportive dove i rifugiati ucraini frequentavano ormai da tre anni corsi e persone. Non è servita, soprattutto, l’implorazione dei diretti interessati che avevano chiesto di non dover ricominciare da capo. Dopo le bombe sulle teste, la morte e la distruzione, dopo essere riusciti in questi tre anni a ricostruirsi una vita che sembrava normale. Gli amici, il lavoro, la scuola, le relazioni personali, un futuro immaginato.

Ieri è arriva la disposizione ufficiale da parte della prefettura per il tramite della Protezione civile per i quaranta ospiti (sette sono andati già via) del Manhattan Village Hotel: via da Sulmona entro e non oltre mercoledì e giovedì prossimi.

Diciassette persone nei sei nuclei familiari all’Aquila, quattordici in quattro nuclei familiari a Navelli e nove, in tre famiglie, alla Caritas di Avezzano.

“Entro e non oltre”, scrive categoricamente la prefettura, invitando i profughi a farsi spiegare come cambierà la loro vita dallo stesso gestore del Manhattan, come cioè passeranno dall’accoglienza di emergenza a quella straordinaria nei Cas.

Avranno vitto e alloggio, con la spesa che sarà consegnata a casa secondo i componenti della famiglia, e un pocket money di 2,50 euro al giorno. Ma il problema non sono i soldi, non è economico, ma è di identità e di radici, quelle che con fatica queste quaranta persone hanno cercato di piantare a Sulmona dopo la fuga dalla guerra. La comunità che si era formata all’Incoronata che ora sarà divisa.

Qualcuno piange davanti all’ordine del prefetto, che bisognerà accettare obtorto collo, pena l’esclusione dal programma di accoglienza. “Entro e non oltre”: un pulmino della Protezione civile verrà a caricarli, con i loro bagagli di scatole di cartone, neanche valige. Con il carico di ricordi di questa parentesi di vita, del rifugio che li ha accolti dopo le bombe.

Al loro Paese, sanno, non torneranno a breve, forse mai più: droni e raid continuano ad imperversare sul fronte russo-ucraino in questi giorni e anche se e quando si arriverà ad un eventuale accordo di pace, in Ucraina, già sanno, troveranno solo macerie.

5 Commenti su "Scatole di cartone: arriva l’ordinanza di trasferimento per i rifugiati ucraini"

  1. Al loro paese speriamo che tornino presto.
    Una Nazione liberata dagli invasori… che sventolano la “ Bandiera Rossa con la Falce e il Martello “, fulgido esempio di pensieri democratici e di popoli liberi ovunque si espande la loro ideologia.
    L’ UCRAINA sarà liberata e ricostruita più bella e prospera di prima… questi anni saranno solo un triste ricordo e un monito per le future generazioni.
    SLAVA UKRAÏNI … HEROJAM SLAVA!

    • Fulgidi esempi | 25 Gennaio 2025 at 09:52 | Rispondi

      A giudicare dalla realtà attuale sembra però, che l’imperialismo, il desiderio di conquista di territori non propri, la volontà di espandere la propria egemonia al di fuori dei propri confini in spregio al diritto internazionale, ormai stiano tornando di gran moda in ogni latitudine, non solo in Russia.
      Al contempo appare, chiaro ed evidente, che più di qualsiasi ideologia, è il potere economico che ormai muove il mondo.
      Lobby di oligarchi, plutocrati, tiescono a muovere governi, in funzione dei propri interessi dappertutto, non solo in Russia: gas, petrolio, criptovalute, armi…
      Perché altrimenti, tanto “lavorio” da Est a Ovest, per favorire i partiti che vogliono l’Europa debole e divisa?
      Sottomessa ad acquistare le materie prime di cui necessita…
      E nel favorire il logoramento del nostro Vecchio Continente, l’ideologia c’entra ben poco, anche perché alla fine, gli autocrati si assomigliano tutti.
      C’entrano molto invece, soldi, egemonia, potere…
      La DEMOCRAZIA è un bene prezioso, che va tutelato sempre, ovunque e da chiunque!

  2. SalviamoSulmona | 25 Gennaio 2025 at 08:34 | Rispondi

    Storia incomprensibile.
    Il concetto di integrazione cosi’tanto celebrato va completamente a farsi fottere in nome di una burocrazia indegna che alla fine continua ad avere sempre la meglio.

  3. … “ è il potere economico che ormai muove il mondo “ … alla fin fine è sempre stato così da millenni… e la storia è lì a ricordarcelo… o No?

  4. Fulgidi esempi | 25 Gennaio 2025 at 17:39 | Rispondi

    Questo fenomenale intreccio tra potentissime lobby portatrici di enormi interessi economici: comunicazione globale, risorse energetiche, armi, commercio, “conquista” dello spazio…
    La loro influenza sulla politica essendo esse stesse parti in campo, la capacità pervasiva di incidere sulla vita e sulle scelte delle persone…
    E ora la gestione di quello stesso potere, così evidentemente finalizzatata all’accrescimento economico e ai privilegi di quelle stesse realtà in campo…
    Non solo a livello planetario, ma addirittura destinate a colonizzare lo spazio…
    Immagino che la transizione ecologica europea, non facesse molto piacere alle lobby del gas e del petrolio di ogni latitudine.
    Così come volere da parte dell’Europa una più equa tassazione su alcuni ricchissimi settori, che dalle nostre parti incassano soltanto, abbia potuto dar fastidio…
    Beh, un tale potentissimo intreccio di interessi, forza economica e potere globale, non mi sembra di ricordarlo nella Storia.
    E chi può difendere gli interessi del proprio continente se non gli europei uniti?
    Certo, mi sembra un po’ ingenuo pensare che vorranno farlo gli altri…

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