Sulla chiusura del traffico nel centro storico se ne parla da 40anni, a ricordarlo è Sbic, “Intanto il numero delle auto e delle emissioni sono lievitati. Intanto la crisi taglieggia tutti da ben dieci lunghi anni. Intanto sono passati tanti Sindaci”.
Il movimento è netto quando spiega che il centro storico “appartiene” a tante categorie (residenti, commercianti, turisti, cittadini, dipendenti) con esigenze legittime e spesso diverse/contrastanti fra loro, ma che hanno tutte necessariamente bisogno di intenderlo come bene comune, come luogo di aggregazione e di socializzazione, luogo di incontro e vetrina di un patrimonio storico-architettonico di grande pregio, in cui le esigenze di alcuni non possono e non devono prevalere su quelle degli altri.
Oggi, davanti all’ultimo scenario e la proposta di alcuni commercianti di aprire maggiormente al traffico lungo corso Ovidio “si torna a proporre un futuro a passo di gambero” il gruppo prosegue “La verità è che tante idee sono state messe sul tavolo, ma nessuna è stata provata fino in fondo, tutte hanno subito il doppio smacco dei veti incrociati e della indecisione politica”
Perchè da Sbic sottolineano, una proposta loro l’avevano presentata, come emendamento al bilancio 2017, affrontando la complessità del tema chiamando alla partecipazione tutti gli attori con la possibilità di affidare un incarico di ricerca a professionisti della facilitazione partecipativa dell’Università de L’Aquila. “Naturalmente non se ne fece nulla, ma si tratta invece proprio di questo: di mettere sul tavolo le idee di tutti e di trovare soluzioni condivise e realistiche che l’amministrazione attiva sia in grado di porre in essere” e concludono
“Facciamolo adesso. Troppe mode sono passate per il corso. Ora governiamolo, il problema”
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