Santa Rufina e la beffa della Bretella: ritardo all’esordio del treno “veloce” per L’Aquila.

In ritardo sul binario uno. La prima corsa del treno diretto 4197, partendo dalla stazione di Pescara in direzione L’Aquila, passando per il nuovo collegamento della bretella di Santa Rufina, è arrivata a destinazione con un quarto d’ora di ritardo. Di certo l’esordio che nessuno si sarebbe augurato, con il collegamento tra l’Adriatico e il capoluogo abruzzese pari a due ore di viaggio. Le stesse del collegamento su gomma. Una beffa se si pensa ai diciotto milioni spesi per la bretella che avrebbe dovuto velocizzare la corsa tra le due città più importanti della Regione; e che invece oggi, paradossalmente, ha perso cinque minuti rispetto a quello che sarebbe stato lo storico collegamento, passando per la stazione centrale di Sulmona.

I tempi di percorrenza, secondo il commissario straordinario Vincenzo Marcello, sono destinati a crollare fino a un’ora e mezza. Resta da risolvere l’ingombro del binario, con l’incrocio imprevisto all’altezza di San Demetrio. Ma, soprattutto, quello dell’elettrificazione della tratta. O meglio, di quella che da Santa Rufina viaggia verso L’Aquila, che al momento da (e per) Pescara può “ospitare” solo treni diesel. Un ammodernamento di diciotto milioni per un binario di settecento metri o poco più, voluto dall’ex giunta di Luciano D’Alfonso con assessore il civico Andrea Gerosolimo, nel lontano 2017, come rimarcato anche dal centrosinistra negli ultimi giorni.

Intanto, in carrozza nel viaggio inaugurale, oggi c’era il fedele meloniano Marco Marsilio, ricevuto all’Aquila dal senatore Guido Quintino Liris. “Avvicinare il capoluogo regionale alla costa, mettere Pescara e L’Aquila in condizione di essere collegati con una tratta più diretta e veloce, senza la perdita di tempo fino a oggi necessaria per poter invertire la marcia una volta entrati e usciti da Sulmona – ha dichiarato il presidente della Regione prima di salire a bordo, dalla stazione di Santa Rufina -. La nuova stazione servirà il capoluogo peligno e tutta l’area peligna, consentendo di rendere il mezzo di trasporto su ferro più competitivo rispetto alla gomma e maggiormente attrattivo nei confronti dell’utenza e sempre più vicino a soddisfare le necessità di mobilità dei nostri cittadini”.

Insoddisfatti sono i sindaci (e soprattutto gli abitanti) della Valle Subequana, che hanno chiesto un incontro alla Regione e a quella Trenitalia che li ha ignorati riguardo il nuovo orario e i “tagli” ai servizi delle aree interne. Loro il treno lo hanno perso per davvero, dato che il diretto 4197, inaugurato oggi, non è un mezzo aggiuntivo ma sostitutivo. I Comuni subequani perdono così il treno locale da Sulmona per L’Aquila (13:05) e il ritorno dal capoluogo verso la Valle Peligna (19.05). “La decisione della Regione e Trenitalia di sopprimere le fermate nelle stazioni del territorio in favore di un collegamento diretto tra Pescara e L’Aquila non aiuta certamente i cittadini della Valle Subequana ad uscire dall’isolamento – scrivono i sindaci di Acciano, Castel di Ieri, Castelvcchio Subequo, Fontecchio, Fagnano Alto, Gagliano Aterno, Goriano Sicoli, Molina Aterno e Tione degli Abruzzi -. Pertanto, i sindaci che si sono subito riuniti per affrontare la questione, hanno condiviso di esprimere la loro unanime contrarietà ad una decisione che aumenta il disagio della popolazione che vive nelle aree interne anziché accorciare le reali distanze dei territori”.

Disertata l’inaugurazione della nuova stazione dal sindaco di Sulmona, Gianfranco Di Piero, che questa mattina è stato ben lontano dalla linea gialla. La nuova stazione, potenzialmente, indebolisce la centralità della città ovidiana. Aspro il collegamento tra la “sede” centrale e Santa Rufina, con una strada tortuosa. Scenario che cambierà ben poco anche con il sottopasso di collegamento della provinciale 51, con le due stazioni che rimarranno comunque realtà ben distinte l’una dall’altra.

“Sulmona non perde nulla – conclude Marsilio – anzi da oggi può contare una stazione in più come tutte le città più importanti. Le aree interne resteranno collegate con i normali treni, ma questa infrastruttura è necessaria per rendere sicuro e affidabile il collegamento tra le città di Pescara e L’Aquila”.

Per la cronaca, i passeggeri, paganti e non, sono stati una decina o poco più.

6 Commenti su "Santa Rufina e la beffa della Bretella: ritardo all’esordio del treno “veloce” per L’Aquila."

  1. L’oscar della fregnaccia… | 16 Dicembre 2024 at 16:20 | Rispondi

    Sicuramente un film che l’Albertone nazionale Sordi oppure il mitico Totò avrebbero portato al successo…

  2. Complimenti al sindaco di Sulmona che non è stato presente all’inaugurazione…così è scritto…le parole del Presidente non saprei come interpretarle…ma sicuramente non sono condivisibili…se addirittura è stato elettrificato un tratto di linea che dovrà essere necessariamente percorso da un treno “a vapore” ci devono spiegare meglio come stanno le cose…in attesa dell’elettrificazione del tratto che da S.Rufina va verso L’Aquila questo ammodernamento sembra perdere ogni senso…spiegatemi e spiegateci meglio il senso di quest’opera…grazie

  3. SempreInRitardo | 16 Dicembre 2024 at 17:56 | Rispondi

    Ritardi costanti oramai.
    Informazioni quasi nulle per noi pendolari che spesso aspettiamo in stazione l’arrivo del treno #leareeinternesiamoanchenoi
    #èunagrandeopera #diportatastorica

  4. € 18.000.000,00 di “BUSINESS” non per la collettività, è evidente ….

  5. La linea ferroviaria Sulmona-L’Aquila ha sempre avuto una funzione sociale per collegare i paesi della valle subequana a Sulmona e al capoluogo. Infatti è grazie a tale tratta che in passato studenti e lavoratori di quei luoghi potevano raggiungere le due città. Ora con l’incremento delle corse degli autobus di linea e soprattutto con il calo demografico questo traffico su treno si è notevolmente ridotto. Ma rimane comunque la funzione sociale, quindi perché eliminare quelle soste intermedie? Forse per avvalorare la scelta della linea diretta tra Pescara e L’Aquila ragionando su risparmi temporali dell’ordine di una manciata di minuti. Possibile che l’analisi costi/benefici abbia portato a tale decisione? o erano soldi pubblici da spendere comunque? È l’ennesima opera inutile ed incomprensibile figlia del quadro politico attuale ove i proclami cercano di nascondere i fallimenti, narrando una realtà inconsistente.

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