Oltre un mese di stallo, di attesa tra i cassetti di palazzo San Francesco, dopo la lunga attesa burocratica dovuta ai sopralluoghi e alle relazione della Asl. Questa volta, però, sembra essere stato trovato un accordo, la quadra, per l’ospedale nuovo di Sulmona che martedì prossimo dovrebbe finalmente vedere la firma in calce all’autorizzazione all’esercizio attesa da troppo tempo.
Asl e Comune alla fine hanno chiarito la diatriba, sollevata dal sindaco Casini per quei sette posti spariti tra una carta e l’altra, posti che non vengono meno, ha spiegato l’azienda sanitaria, dal numero complessivo dei posti letto che sono e restano 164, solo che nel nuovo edificio ne andranno 122 e non 129 come indicato in un primo documento dalla Asl.
Domani quindi dovrebbe arrivare a palazzo San Francesco la lettera con cui si chiarisce l’equivoco e a seguito di questa la firma per l’autorizzazione. Poi il tempo dei traslochi e dei trasferimenti e finalmente il taglio del nastro fatto più di sei mesi fa, avrà un senso.
Ma la vera partita, o almeno un match decisivo, per le sorti dell’ospedale, al di là del contenitore, si giocherà giovedì prossimo in Regione quando, dopo la riunione della V commissione, l’assessore Nicoletta Verì incontrerà i sindaci del territorio proprio per discutere di sanità.
La convocazione è arrivata ieri, in modo non proprio istituzionalmente corretto, sicuramente poco ortodosso, per interposta persona, ovvero per il tramite della consigliera regionale della Lega Antonietta La Porta a cui l’assessore Verì ha demandando il compito delle notifiche non solo ai sindaci, ma persino alla collega di “maggioranza” Marianna Scoccia.
La Verì presenterà al territorio, si spera, la sua idea di sanità per le aree interne: se prevede di chiedere cioè al Tavolo di monitoraggio il riconoscimento di primo livello per l’ospedale Annunziata (cosa che attualmente non rientra nell’elenco delle possibilità per la giunta Marsilio), se chiedere la promozione ad ospedale di base di Castel di Sangro (come invece è nelle intenzioni della maggioranza regionale), se questa scelta, quella cioè di tre ospedali di base a pochi chilometri l’uno dall’altro (Popoli, Sulmona e Castel di Sangro) è percorribile e sostenibile davanti al ministero e soprattutto cosa intende fare per il punto nascita di Sulmona, difeso a parole e non nei fatti e sulla carta.
Una riunione importante dove altrettanto importante sarà per il territorio presentarsi unito e convinto nelle decisioni e nelle scelte da perorare. Al di là degli sgarbi istituzionali e delle beghe di piccolo cabotaggio.
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