Sanità territoriale, Puglielli e Di Nino a confronto

Per il centro psichiatrico di Pratola, chiuso da mesi a causa della mancanza di tutte le carte in regola, quella che resta da produrre è la certificazione del fabbisogno, una autorizzazione che deve arrivare direttamente dalla Giunta regionale ma che, ad oggi, ancora non si è vista. La conseguenza è il dislocamento del servizio, dei pazienti e dei lavoratori sull’ospedale dell’Aquila. Quello di oggi, tra Tribunale dei diritti del malato e l’amministrazione Di Nino, è stato un momento per chiarire alcuni punti sulla sanità del territorio, due essenzialmente: centro psichiatrico appunto e ospedale SS. Annunziata. Ciò che ne è uscito è di certo un impegno a migliorare le cose, ma dall’altra c’è da lavorare affinché risposte concrete arrivino in fretta.“Ci adopereremo immediatamente con la Giunta e l’Agenas- dichiara Catia Puglielli, legale del Tdm- per capire bene quali sono i motivi che comportano il rallentamento del rilascio di questa autorizzazione, perché se c’è un problema politico a livello regionale non si deve risolvere in problema per la collettività. Le cose devono essere fatte in maniera celere per garantire tutte quelle persone che versano in una situazione di difficoltà sotto il profilo psichiatrico”.

Il capitolo ospedale apre poi tutta un’altra serie di preoccupazione in primis il fatto che la questione deve diventare di dominio territoriale e non solo di Sulmona, è quanto chiede Puglielli: “Solo facendo una battaglia insieme è possibile evitare le conseguenze che potrebbero verificarsi”. Al momento la preoccupazione sollevata dal Tdm è quella della mancanza di volontà da parte dei primari di lavorare al SS. Annunziata. Ciò comporterebbe un rischio che non andrebbe sottovalutato ossia la possibilità, nel tempo, di trasformare le unità complesse (che necessariamente devono essere guidate da primari) in semplici e quindi una inevitabile trasformazione da ospedale di primo livello a di base proprio per mancanza di queste figure. Insomma far passare il “boccone amaro” per vie traverse considerando che il territorio non è pronto nei fatti al “declassamento”, non è stata predisposta alcuna struttura alternativa (potenziamento della riabilitazione, delle strutture residenziali e semi residenziali, assistenza domiciliare integrata e medicina di base) come da piano sanitario.

Per questo l’intenzione del Tdm è chiedere un incontro alla dirigenza insieme a tutti i sindaci. “Vorrei capire, in vista dell’apertura della struttura, come il direttore intende risolvere i problemi del territorio. Vanno chiarite queste circostanza, non voglio una battaglia alle porte del declassamento”.

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