Sarà stata anche una seduta tecnica come si dice, che poi cosa vuol dire esattamente non è chiaro; sarà che comunque per consegnare la nuova rete ospedaliera, le eventuali correzioni o i richiesti adempimenti, c’è tempo fino a giugno in virtù di una proroga concessa dal governo.
Sarà, però almeno la prima, non fosse altro per educazione e bon ton, la neo assessora alla Sanità della Regione Abruzzo, Nicoletta Verì, non avrebbe dovuto proprio perdersela. E invece ieri al suo primo Tavolo di monitoraggio al ministero ha fatto cavetta, o filone per restare nell’idioma costiero. Niente, non s’è presentata. Aveva da fare.
Al suo posto sono andati gli uffici che certo padroneggiano la materia: i conti in equilibrio per il 2017, qualche carta da integrare per chiudere i calcoli sul 2018 e per definire ruolo e futuro degli ospedali di Atri e di Popoli. Si vedranno di nuovo ai primi di aprile e chissà se questa volta l’assessora Verì si degnerà di rappresentare l’Abruzzo.
Conti o chiacchiere, d’altronde, sarà il caso di cominciare a farsi conoscere e soprattutto a spiegare ai piani alti gli alti piani della nuova Regione.
A giungo bisognerà andare con le idee chiare, la rete ospedaliera riordinata, compresa la categoria che si vorrà dare agli ospedali minori, che si vuol fare con quello di Sulmona, con il suo punto nascita.
In attesa che qualcosa partorisca la nuova governance regionale.
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