Sanità, la Carovana dei diritti sventola “il non fatto” dalla Asl

La lista degli impegni disattesi dalla Asl1 nei confronti dei propri lavoratori è di quelle lunghe. Una sfilza di “no” a fianco ad ogni promessa fatta dall’Azienda Sanitaria aquilana e non mantenuta. Il catalogo lo ha mostrato quest’oggi la Cgil, e lo ha fatto in lungo e in largo con la sua Carovana dei diritti che in poche ore ha fatto tappa davanti agli ospedali di Sulmona, Avezzano e L’Aquila. I tre centri più importanti della provincia, insomma. La miglior cassa di risonanza per far rimbombare quelle che, alla fine dei conti, sono state solo bugie da parte della Asl provinciale. Promesse che di certo non verranno mantenute anche nell’immediato futuro, visti i 50 milioni di debiti che gravano sulle spalle dell’Azienda Sanitaria. Cifra che lascia pochi margini di manovra per gli investimenti e larghi tratti ai tagli per far quadrare i conti.

Niente contrattazione collettiva decentrata, quindi. Né, tantomeno, l’attribuzione dei buoni pasto, la stabilizzazione del personale, il pagamento della produttività 2023 e il regolamento della mobilità interna del personale. Promesse che svaniscono assieme all’attribuzione dei differenziali economici stipendiali e la regolamentazione per l’attribuzione delle progressioni verticali tra le aree.

Oltre agli impegni non rispettati, la Cgil ha sventolato anche un elenco di richieste rivolte sempre alla Asl. Dal potenziamento della medicina territoriale di prossimità all’attivazione degli interventi urgenti per la riduzione delle liste d’attesa infinite, dove neanche ai malati oncologici è concessa la “grazia” per gli esami diagnostici e strumentali nel breve periodo. E poi il potenziamento della telemedicina, del servizio di emergenza/urgenza e dei servizi dedicati alla salute mentale e all’attività consultoriale.

Interventi necessari, specie in un territorio vasto e aspro come quello aquilano, costituito di piccolissime realtà non sempre collegate ai nosocomi dei grandi centri da brevi tragitti. Paesi e comprensori che fanno i conti con una crisi sanitaria sempre più accentuata. Esempio lampante è quello di Pescasseroli, con appena 15 turni di copertura con medico a bordo del servizio 118 in paese per tutto il mese di settembre.

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