Sanità in Alto Sangro. Comitati e sindacati chiedono un’audizione urgente alla Regione

Si rivolgono alla V commissione della Regione Abruzzo per chiedere “con estrema urgenza” un’audizione alla presenza dell’assessora regionale alla salute, della direzione strategica della ASL 1 e del comitato ristretto dei sindaci, per rivendicare il “ripristino strutturato e permanente delle prestazioni mediche e sanitarie necessarie all’accesso alle cure mediche in continuità e in emergenza”.

Sono i rappresentanti della CGIL L’Aquila, del Comitato civico Cittadini e Territorio Ponte Giovenco e dell’Osservatorio sulla sanità in Alto Sangro che in un comunicato denunciano la carenza di personale medico in molti comuni montani del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Aree interne che, anche quest’anno, nel periodo estivo di massima affluenza turistica si sono ritrovate sprovviste del medico del 118 con conseguenze drammatiche in termini di “disparità e disuguaglianza nell’accesso a cure sanitarie, incertezza e fragilità di vita di cittadine e cittadini residenti come anche di turiste e turisti che visitano il nostro territorio”.

Una situazione divenuta ormai insostenibile di fronte alla quale non è accettabile quanto sostenuto dalla Direzione strategica della ASL 1 secondo cui “tale circostanza sarebbe ricollegabile unicamente alla mancanza di medici su tutto il territorio nazionale e all’indisponibilità degli stessi, se presenti, a prestare attività lavorativa in territori remoti e marginali della nostra Provincia”.

Parole incomprensibili per gli scriventi che a sostegno dei tanti medici che “con abnegazione e spirito di servizio, continuano a lavorare nonostante la totale assenza di programmazione e di investimenti”, accollano la responsabilità “esclusivamente a chi realmente dirige la ASL della Provincia dell’Aquila”. La stessa Direzione strategica che anziché potenziare il servizio del 118 che in molti comuni montani rappresenta l’unico presidio sanitario di emergenza/urgenza, “è rimasta inerte” privando così i cittadini dell’Alto Sangro di servizi sanitari essenziali. Provocando un crescente senso di “precarietà, rabbia e sconcerto” nell’intera comunità “mortificata dall’incapacità di trovare soluzioni adeguate al territorio del quale essa stessa è parte integrante”. Una situazione destinata a peggiorare se si pensi che per tutto il corrente mese di settembre la presenza del medico del 118 verrà garantita solo per otto giorni “lasciando i turni scoperti per tutto il resto del mese”.

A nulla dunque, si chiedono i firmatari del comunicato, sono servite le denunce pubbliche, le manifestazioni e le raccolte di firme con cui per tre anni gli abitanti dei comuni del PNALM hanno rivendicato il diritto alla sanità pubblica “servizio fondamentale e irrinunciabile per la crescita sociale ed economica di ogni territorio?”. Ancor di più nell’Alto Sangro dove, dati alla mano, nel 2022 le presenze turistiche sono state circa 1.200.000, le presenze escursionistiche 2.100.000 e quelle giornaliere in alta stagione circa 70 mila. Dati che confermano la turistica delle nostre aree interne dove ancor di più dovrebbe essere assicurato un servizio di assistenza sanitaria di emergenza/urgenza e di continuità assistenziale strutturata e permanente. E invece, dopo “la completa soppressione della guardia medica turistica, il continuo e sistematico ridimensionamento del servizio di guardia medica e la mancanza del medico del servizio di emergenza/urgenza del 118”, proprio in queste aree, quel diritto alla salute sancito dalla nostra Costituzione appare sempre più una chimera.

Per questo, concludono il segretario CGIL L’Aquila Francesco Marrelli, Silvano Di Pirro del Comitato Cittadini e Territorio Ponte Giovenco e Erminio Colantoni dell’Osservatorio Sanità in Alto Sangro, l’audizione in commissione regionale appare oggi più che mai urgente.

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